(Teleborsa) - Una vicenda
complessa e ancora piena di ostacoli quella che coinvolge gli
sfortunati risparmiatori traditi dalle banche finite in default tra il
2015 e il 2016, per i quali sembra aprirsi un
piccolo spiraglio. Dopo il
semaforo verde del precedente Governo a garantire il
rimborso fino a centomila euro ad azionisti (fino al 30%) e
obbligazionisti subordinati (fino al 95% del costo di acquisto), in molti si sono, infatti,
"smarriti" nella giungla di richieste di documentazioni e dubbi interpretativi per accedere al Fir (Fondo indennizzo risparmiatori). Per loro, problemi anche
"tecnici" con il
sito per chiedere il rimborso
spesso bloccato. Buone notizie sono arrivate al termine dell'incontro di lunedì 16 settembre tra associazioni di consumatori e
Consap, l’agenzia ministeriale che gestisce le domande di accesso al Fondo Indennizzi.
Due su tutte
: sarà infatti possibile
inviare domande incomplete, con la Commissione che chiederà le
integrazioni necessarie; per superare le difficoltà rispetto all'autenticazione dell'Iban, richiesta nel corso della presentazione della domanda, Consap ha chiarito che
"basterà produrre un'attestazione (un documento della banca o anche un semplice screenshot del portale home banking) che certifichi che
quell'Iban è riconducibile all'utente", spiega Federconsumatori.
Ancora da sciogliere, invece, il nodo sulla
proroga: il termine scade
180 giorni dopo la pubblicazione del Decreto in Gazzetta ufficiale, avvenuta lo scorso 22 agosto.
Rappresentanti di clienti e risparmiatori hanno chiesto
più tempo.