(Teleborsa) -
Le università della Lombardia diventano sempre più internazionali. Nell'anno accademico 2017-2018 gli
studenti stranieri sono saliti a quota
14.518, in forte aumento
(+13%) rispetto all'anno precedente (erano 12.878 nel 2016-2017). A dirlo è la
nona indagine annuale di Assolombarda "L'Internazionalizzazione degli atenei di Milano e della Lombardia".Sebbene gli studenti degli atenei lombardi arrivino da quasi tutti i Paesi del mondo (inclusi, ad esempio, Mongolia, 7, e Corea del Nord, 2),
la nazionalità più rappresentata è quella cinese con 2.120 studenti, seguita dalla Turchia (1.138 studenti) e dall'India (1.075 studenti). Gli studenti asiatici nelle
13 università prese in esame, di cui
8 a Milano (Cattolica, Humanitas University, IULM, Bocconi, Politecnico di Milano, Milano Bicocca, Statale di Milano, San Raffaele, LIUC, Università di Bergamo, di Brescia, di Pavia e Università degli Studi dell'Insubria) sono il 39%, poco meno degli europei che sono il 41%.
Per quanto riguarda i corsi, nella maggior parte dei casi gli stranieri scelgono
corsi Stem (Science, Technology, Engineering and Mathematics) (il 52,4%) e, in misura minore,
arte e design (6,2%). Il loro inserimento è facilitato dal numero di
corsi che vengono offerti in inglese: nelle università di Milano sono il 18%, in Lombardia il 16% contro una media nazionale del 9%. In aumento – secondo quanto emerge dallo Studio – anche il
numero di studenti italiani che fanno esperienze in atenei esteri: nell'anno accademico 2017-18 sono stati
11.682, ovvero l'8,8% in più, mentre gli stranieri ospitati in Lombardia per un periodo formativo sono stati 7.419, con un aumento del 4,7%. In diminuzione, invece, il numero di accordi internazionali siglati dalle università che sono scesi a 4.770.
Un quadro che – afferma
Pietro Guindani, il vicepresidente di Assolombarda che ha la delega all'Università – mostra "la grande vitalità del sistema accademico e del tessuto sociale di Milano e della Lombardia". "Occorre però – aggiunge Guindani – continuare a rafforzare il potenziale attrattivo delle nostre università agendo su più livelli. A cominciare dall'incremento delle collaborazioni con il mondo imprenditoriale, dall'aumento dei corsi in lingua inglese e dei programmi di mobilità. Infatti, l'internazionalizzazione del sistema universitario nazionale è una condizione imprescindibile per attrarre talenti e alti potenziali dal resto del mondo, per garantire anche agli studenti italiani prospettive di occupabilità di lungo termine e per promuovere la competitività delle nostre imprese".