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Lavoro, con dl Salva-imprese c'è mini riforma del Jobs Act

Il provvedimento introduce maggiori tutele per i lavoratori autonomi euna nuova stretta sulle false collaborazioni ampliando la platea del lavoro subordinato

Economia
Lavoro, con dl Salva-imprese c'è mini riforma del Jobs Act
(Teleborsa) - E alla fine arriva anche la mini riforma del Jobs Act renziano, inserita nell'alveo delle misure che compongono il dl Salva-Imprese, approvato con voto di fiducia al Senato il 23 ottobre scorso ed ora all'esame della Camera. Fra i temi caldo la riforma dei contratti, stretta sulle false collaborazioni, maggiori tutele per lavoratori autonomi e riders, ma anche una modifica della disciplina su indennità e compensi minimi.

Le collaborazioni che celano il lavoro subordinato - Il testo uscito dal Senato apporta modifiche al Jobs Act del 2015 andando a correggere l'articolo 2, comma 1, del dlgs 81/2015 che nella nuova versione applica la disciplina del rapporto di lavoro subordinato anche ai "rapporti di collaborazione che si concretano in prestazioni di lavoro prevalentemente personali, continuative e le cui modalità di esecuzione sono organizzate dal committente". In questo contesto il Dl inserisce tra i rapporti di lavoro subordinato anche le prestazioni di lavoro "organizzate mediante piattaforme digitali". Cambia anche la disciplina in relazione alle modalità di esecuzione del lavoro, giacché per identificare un rapporto di lavoro subordinato non sarà, dunque, più necessaria la presenza di una postazione in ufficio e l'obbligo di rispettare orari di lavoro.

Nuovi diritti per i riders –
Le nuove norme si traducono in nuovi diritti per i riders. Il decreto estende, infatti, ai ciclofattorini impiegati in maniera continuativa e a coloro che lavorano in maniera occasionale e discontinua, le tutele del lavoro subordinato. Ciò significa un pacchetto minimo di diritti inderogabili (divieto di cottimo, paga minima oraria collegata ai Ccnl, salute e sicurezza, tutele previdenziali) a cui può affiancarsi una regolamentazione specifica attraverso la stipula di contratti collettivi. I rider non potranno essere retribuiti in base alle consegne effettuate ma remunerati in base al compenso minimo orario parametrato ai minimi tabellari stabiliti dai contratti collettivi sottoscritti dalle organizzazioni sindacali e datoriali più rappresentative. La contrattazione collettiva avrà, poi, il compito di regolare in concreto la figura dei rider. Ai fini del trattamento di lavoro, quindi, i riders verranno considerati dipendenti a meno che non abbiano un rapporto di collaborazione occasionale (fino a 5mila euro l'anno). È, inoltre, prevista un'indennità pari almeno al 10% per il lavoro notturno e nei festivi.
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