(Teleborsa) -
L'editoria italiana si conferma un settore in trasformazione: in venti anni (1998-2018) cresce dimensionalmente e aumentano i titoli pubblicati, ma si riduce la tiratura complessiva a causa della sempre minore propensione a leggere.
E' questa la fotografia scattata dall'
Istat, secondo cui il settore si è sempre caratterizzato per due forti polarizzazioni strutturali: dimensionale (piccole e piccolissime dimensioni delle case editrici) e geografica (forte concentrazione al Nord). I dati presentati nel report, riferiti all’anno 2018, sono stati rilevati attraverso due diverse indagini, condotte dall'Istituto: i dati sull'editoria ed i dati sulla lettura.
OFFERTA SEMPRE PIU' VARIEGATA E CON E-BOOK - Nel 2018, si rileva un
lieve aumento nell'offerta di titoli (75.758 le opere pubblicate, +1,1% sul 2017), ma
si contraggono le tirature (-2,9% sul 2017). Le opere pubblicate a stampa rese disponibili in formato
e-book sono pari al 39,8%. Cresce soprattutto
l’editoria scolastica (+2,8%) e resta sostanzialmente
stabile il prezzo medio di copertina (+0,39 euro rispetto al 2017).
MA SI LEGGE TROPPO POCO - Il
40,6% della popolazione legge
almeno un libro all'anno, dato stabile nell'ultimo triennio. Il 78,4% dei lettori legge solo libri cartacei, il 7,9% solo e-book o libri on line. In Italia sono circa
8 milioni 960 mila le persone che sono andate
almeno una volta nell'anno in biblioteca, mentre la percentuale di persone di 3 anni e più che vanno in biblioteca è pari al 15,3% .