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Revoca concessioni: le regole più in uso in Italia ed Europa

Analisi condotta dalla società di consulenza internazionale The Brattle Group

Economia, Trasporti
Revoca concessioni: le regole più in uso in Italia ed Europa
(Teleborsa) - La possibile revoca della concessione ad Autostrade continua ad agitare il Governo e l'opinione pubblica, restando uno dei temi caldi in quest'ultimo scorcio dell'anno. La questione sarà probabilmente fra le prime in agenda, a gennaio, dopo esser stata inserita una norma nel Milleproroghe (articolo 38) che muta il quadro normativo, modificando anche la convenzione a suo tempo firmata dallo Stato con ASPI.

Il problema è di natura economica, vale a dire dipende da quanto può costare la revoca anticipata delle concessioni. Vale la pena ricordare che il valore della revoca "a prezzi di mercato" si aggirerebbe sui 23 miliardi, mentre il calcolo effettuato sulla base del "valore contabile dell'ammortamento", come previsto dal Milleproroghe, abbasserebbe l'asticella su 8 miliardi. Un valore decisamente più basso, dunque, rispetto a quello che sarebbe previsto. Ma quali regole vigono in Europa?

Uno studio della società di consulenza internazionale indipendente "The Brattle Group" del 24 dicembre scorso, indica che in tutta Europa il principio applicato alle concessioni è quello dell'indennizzo "al valore di mercato", vale a dire attualizzando i flussi di cassa previsti sino al termine della concessione o la media dei ricavi operativi netti e, in caso di inadempimento, il valore di subentro del nuovo concessionario aggiudicato con un'asta pubblica, sulla base del MOL o dei flussi di cassa. Così avviene in Francia, Spagna e Portogallo e solo in territorio francese è previsto il subentro dello Stato senza alcun indennizzo in caso di asta deserta.

Anche in Italia, per gran parte delle concessioni pubbliche - Terna, Enel Distribuzione, ADR e ASPI - vige la medesima regola, che lega il valore dell'indennizzo al valore attualizzato dei flussi di cassa futuri fino alla fine della concessione. Una regola che ora l'articolo 38 del Milleproroghe, starebbe cambiando in via unilaterale.

(Foto: Roman Logov on Unsplash)
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