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Libia, la lettera Di Maio: "Siamo in ritardo, adesso fare squadra"

Il Ministro degli Esteri scrive a Repubblica: "Sono convinto che il nostro Paese, dopo qualche silenzio di troppo, oggi abbia ancora molto da dire"

Economia, Politica
Libia, la lettera Di Maio: "Siamo in ritardo, adesso fare squadra"
(Teleborsa) - L’Italia è arrivata in ritardo sulla crisi libica ma può ancora fare molto e per farlo serve unità. Queste le parole del Ministro degli Esteri Luigi Di Maio in una lettera a la Repubblica.

"Il raid Usa e la violenta risposta di Teheran che l’Italia condanna con forza e che mette in pericolo la stessa incolumità dei nostri militari impiegati nella Coalizione anti-Daesh - scrive - rischiano oggi di aprire una crepa insanabile. Al contempo, gli sviluppi sul terreno in Libia e il recente bombardamento all’Accademia militare di Tripoli ci riportano a scenari di una familiarità inquietante, seppur in forme e contenuti diversi".

DI MAIO INDICA LA VIA - Il Ministro degli Esteri indica poi la via da seguire. "Solo ricongiungendo tutti sotto l’ombrello europeo riusciremo a porre un freno alle interferenze dei singoli Stati, per poi lavorare insieme a un embargo totale via terra, via mare e via aerea che porti la Libia quanto meno verso una tregua.

"Questo è quel che sta facendo l’Italia, sottolinea Di Maio. C’è chi continua a dire che siamo arrivati con ritardo, che i tempi sono stretti, che ormai non c’è più nulla da fare. Posso condividere le prime due valutazioni, non la terza. Da Ministro degli Esteri e da cittadino di questo Paese ho dei doveri cui adempiere, indipendentemente dalle critiche e dagli attacchi gratuiti che quotidianamente mi si rivolgono. Sono convinto che l’Italia, dopo qualche silenzio di troppo, oggi abbia ancora molto da dire. Deve solo ritrovare fiducia in se stessa, abbandonare i colori delle proprie bandierine politiche e giocare, come ho già detto, da squadra. Solo a quel punto riusciremo a misurare realmente il nostro valore nel mondo”.
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