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Oxfam, ricchezza globale concentrata nelle mani di 2153 Paperoni

Una ristretta élite detiene un patrimonio superiore a quello del 60% della popolazione globale pari a circa 4,6 miliardi di persone

Economia
Oxfam, ricchezza globale concentrata nelle mani di 2153 Paperoni
(Teleborsa) - Una ricchezza superiore al patrimonio di 4,6 miliardi di persone, circa il 60% della popolazione globale, è concentrata nelle mani di 2153 Paperoni mondiali. Il 46% delle persone vive, invece, con meno di 5.50 dollari al giorno. È quanto emerge dal Rapporto annuale sulle disuguaglianze diffuso da Oxfam alla vigilia del World Economic Forum di Davos.

Secondo l'organizzazione non governativa impegnata nella riduzione della povertà globale, la fortuna dell'1% più ricco del mondo "corrisponde a oltre il doppio delle ricchezze accumulate" dai 6,9 miliardi meno ricchi, ovvero il 92% della popolazione del pianeta. Dunque, ribaltando la prospettiva, la quota di ricchezza della metà più povera dell'umanità – circa 3,8 miliardi di persone – nel 2019 non sfiorava nemmeno l'1%.

"Il divario tra ricchi e poveri non può essere risolto senza politiche mirate di lotta per affrontare la disuguaglianza. I governi devono garantire che imprese e ricchi paghino la loro giusta quota di tasse", ha sostenuto Amitabh Behar, responsabile di Oxfam in India, che rappresenterà l'Ong quest'anno al Forum di Davos.

Uno scenario in cui le donne risultano particolarmente svantaggiate e – sottolinea l'Ong – "in prima linea" nelle disuguaglianze . L'Oxfam ha calcolato, infatti, che gli uomini, nel 2018, possedevano il 50% di ricchezza in più rispetto a quella posseduta dalle donne e il patrimonio delle 22 persone più facoltose è superiore alla ricchezza di tutte le donne africane. Questo perché il 42% delle donne in tutto il mondo non può avere un lavoro retribuito "a causa di un eccessivo carico di lavoro che grava su di loro nel quadro privato/familiare", rispetto ad appena il 6 per cento degli uomini. Il valore monetario annuale delle 12,5 miliardi di ore in lavoro di cura non retribuito svolto dalle donne nel mondo è stimato intorno a 10.800 miliardi di dollari, tre volte il valore del mercato globale dei beni e servizi tecnologici. Pur costituendo i due terzi della forza lavoro retribuita nel settore di cura – come collaboratrici domestiche, baby-sitter, assistenti per gli anziani – le donne sono spesso sottopagate, prive di sussidi, con orari di lavoro irregolari e carichi psico-fisici debilitanti.

Un'allarme che riguarda da vicino l'Italia, dove ancora nel 2018 la quota delle donne che non avevano mai lavorato, per prendersi cura dei figli, era pari all'11,1% (3,7% la media europea), con un tasso di occupazione delle madri fra i 25 e i 54 anni d'età al 57%, contro il 72,1% delle donne nella stessa fascia d'età senza figli.

In Italia disuguaglianze in aumento – Nel nostro Paese, rileva l'Oxfam, il 10% più ricco possiede oltre 6 volte la ricchezza del 50% più povero. Una quota cresciuta in 20 anni del 7,6% a fronte di una riduzione del 36,6% di quella della metà più povera degli italiani. Allo stesso tempo la quota di ricchezza in possesso dell'1% più ricco degli italiani supera quanto detenuto dal 70% più povero, sotto il profilo patrimoniale. Inoltre la quota del reddito da lavoro del 10% dei lavoratori con retribuzioni più elevate (pari a quasi il 30% del reddito da lavoro totale) in Italia supera complessivamente quella della metà dei lavoratori italiani con retribuzioni più basse (25,82%). Dal Rapporto emerge che, in Italia, i ricchi sono soprattutto figli dei ricchi e i poveri figli dei poveri: nella scala sociale 1/3 dei figli di genitori più poveri, sotto il profilo patrimoniale, è destinato a rimanere fermo sullo scalino più basso (quello in cui si colloca il 20% più povero della popolazione), mentre il 58% di quelli i cui genitori appartengono al 40% più ricco, manterrebbe una posizione apicale. Oltre il 30% dei giovani occupati guadagna oggi meno di 800 euro lordi al mese e il 13% degli under 29 si trova in condizione di povertà lavorativa.










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