(Teleborsa) -
Solo 19 dei 27 Stati membri dell'UE, tra i quai
l'Italia, hanno presentato, ad oggi, i loro Piano nazionali integrati per
l'energia e il clima, previsti dal quadro europeo che ha fissato obiettivi di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra del
40% (rispetto ai livelli del 1990). Lo ha riferito a
Bruxelles un Portavoce della
Commissione europea annunciando che saranno inviate delle lettere ai ministri competenti degli Stati membri in ritardo, per
sollecitarli a presentare i piani.Il quadro europeo per il
clima e l'energia, che comprende anche altri due obiettivi chiave per il
2030, l'aumento ad almeno il
32% della quota prodotta da fonti rinnovabili nel consumo finale di energia, e un miglioramento almeno del
32,5% dell'efficienza energetica (entrambi questi obiettivi sono stati rivisti al rialzo nel 2018), prevedeva che i
piani nazionali integrati, riguardanti il periodo
2021-2030, fossero presentati
entro la fine del 2019.
I
19 paesi che li hanno presentati finora sono:
Austria, Belgio, Repubblica ceca, Croazia, Ungheria, Danimarca, Estonia, Finlandia, Grecia, Italia, Lettonia, Lituania, Malta, Olanda, Polonia, Portogallo, Svezia e Slovacchia.Gli obiettivi del
2030 per clima ed energia saranno comunque rivisti e resi più ambiziosi per adeguarli alla nuova strategia UE che punta alla
"neutralità climatica" entro il
2050; e proprio in quest'ottica, la Commissione presenterà una
proposta nei prossimi mesi.
Clima, temperature record in Antartide - Intanto, si continua a discutere di
cambiamento climatico. "Le
temperature record registrate in queste ore in Antartide sono davvero scioccanti, ma purtroppo non ci sorprendono, dal momento che questa regione si sta riscaldando insieme al resto del Pianeta". Lo ha detto
Frida Bengtsson, a capo di una spedizione scientifica di Greenpeace in corso nell'Oceano Antartico, commenta quanto rilevato dalla base di ricerca argentina Esperanza.
"Per
proteggere l'Antartide e altri
ecosistemi unici come questo, dobbiamo
smettere di bruciare combustibili fossili e sottoscrivere un nuovo trattato globale che permetta di tutelare almeno il
30% dei nostri oceani dagli impatti delle attività umane", conclude Bengtsson.