(Teleborsa) - Allo scoccare della mezzanotte del
31 gennaio che ha ufficialmente sancito l'addio della
Gran Bretagna dall'Europa, in tanti avevano fatto notare che in realtà il bello (o il brutto) doveva ancora
venire. "Per essere completamente
sincero con voi, ci sono
molte divergenze e divergenze serie". Lo ha detto
Michel Barnier, capo negoziatore
UE riferendo sul primo round di
colloqui sulle future relazioni con il
Regno Unito. Tra le divergenze
Barnier, in particolare, ha fatto riferimento al
"level playing field", una base di regole comuni per contenere la concorrenza sleale alle porte di casa. Tra gli altri campi di divergenza, anche
collaborazione giudiziaria e
pesca.La
strada resta dunque decisamente in
salita. Nessuna delle due parti è disposta a
deporre le armi.
Johnson non ha nessuna intenzione di arretrare e più volte ha chiarito la sua strategia: "Nessun allineamento a regole UE, ma non faremo concorrenza sleale".
Il
Regno Unito vuole un accordo con
Bruxelles per il dopo Brexit fondato sul
"libero scambio", che però
"non richiede alcun allineamento alle regole e agli standard" Ue “sulla politica della competizione, i sussidi, la protezione sociale, l’ambiente o nulla di simile”, aveva anticipato nei giorni scorsi il Premier illustrando in tono netto la sua
piattaforma negoziale.
Nessun rischio di concorrenza sleale, assicura
Londra ma
Bruxelles spinge per inserire nel trattato una base di standard comuni secondo il principio di concorrenza regolata del
‘level playing field’, ovvero regole di gioco comuni, sulle quali rischia però di
saltare il banco.