(Teleborsa) - Nelle ultime ore non si fa che parlare della cosiddetta
Fase 2 che prevede un
allentamento delle restrizioni e una ripresa, seppur graduale, della normalità. In realtà,
"convivere con il virus" sarà un
passaggio molto delicato e dovrà essere gestito con il massimo
rigore per evitare
pericolosi passi indietro. Uno dei nodi da sciogliere è senza dubbio quello legato al
trasporto pubblico. In quest'ottica,
CNA Fita propone di impiegare
autobus da noleggio e taxi per integrare
l’offerta di trasporto pubblico fino al ritorno alla normalità.
Le Pmi del trasporto persone - si legge in una nota - possono offrire un
prezioso contributo alle esigenze di mobilità nella fase di riapertura delle attività. Il settore privato può mettere a disposizione un parco veicoli di circa 70mila unità tra taxi e Ncc (oltre 40mila auto) e autobus noleggio (quasi 30mila mezzi) per rispondere alle esigenze di mobilità collettiva. I protocolli di sicurezza e, in particolare, il distanziamento non consentono al servizio pubblico di soddisfare in modo adeguato la
domanda di trasporto. La proposta di CNA Fita consente di raggiungere un duplice obiettivo:
potenziare l’offerta di mobilità pubblica e dare risposte alla drammatica crisi che sta vivendo
il settore del trasporto persone che a causa degli effetti del contagio accusa il 90% delle attività ferme. Destinare risorse aggiuntive al fondo del trasporto pubblico (circa 1,4 miliardi di euro) e coinvolgere il settore privato nella inevitabile riorganizzazione della mobilità collettiva rappresenta pertanto una risposta alle criticità del trasporto e uno strumento di sostegno a migliaia di imprese. Per i mercati di riferimento del turismo, congressuale e scolastico occorrerà molto
tempo prima di tornare alla normalità.È necessario ricercare - prosegue la nota - con il sostegno delle i
stituzioni, nuove risposte a nuovi bisogni provocati dall’emergenza sanitaria. Oltre agli interventi urgenti di sostegno alle imprese è fondamentale stanziare risorse per sviluppare nuovi servizi di mobilità collettiva come, ad esempio, l’erogazione di
“voucher-mobilità” per incentivare l’utilizzo di mezzi di trasporto pubblico non di linea, o come l’impiego dei veicoli privati nel supporto dei servizi socio-sanitari, anch’essi obbligati ad affrontare la
riorganizzazione strutturale dei
mezzi e delle capacità che si ridurranno.