(Teleborsa) -
L’Eurozona conferma un tracollo del settore manifatturiero ad aprile, per effetto delle misure di
lockdown che hanno tenuto ferme tutte le attività produttive, con il dilagare dell'
epidemia di coronavirus.
Ad aprile,
l’indice PMI manifatturiero è peggiorato ancora, portandosi a
33,4 punti, al di sotto dei 33,6 della lettura preliminare e del consensus, ed in netto peggioramento rispetto ai 44,5 di marzo. L'indicatore dello stato di salute del settore manifatturiero, non solo si allontana ulteriormente dalla soglia dei 50 punti che denota lo spartiacque fra recessione ed espansione, ma si colloca su
nuovi minimi storici.
A livello nazionale, il
PMI in Italia si è portato a
31,1 punti dai 40,3 precedenti, risultando al di sotto dei 30 del consensus. Il PMI della
Germania è sceso a
34,5 punti rispetto ai 45,4 precedenti, anche se risulta poco sopra i 34,4 del consensus. Il dato della
Francia si è attestato a 3
1,5 punti, in linea con le attese, dai 43,2 precedenti, mentre la
Spagna è scivolata a
30,8 punti dai 45,7 del mese precedente e rispetto ai 34 attesi.
"Il crollo della produzione manifatturiera dell'Eurozona ha superato di gran lunga qualsiasi declino osservato durante i quasi 23 anni di storia dell’indagine", spiega il
capo economista di IHS Markit, Chris Williamson, aggiungendo "tutte le nazioni hanno sofferto crolli record della produzione manifatturiera, ma
l’Italia è stata la nazione a riportare la
contrazione maggiore a causa dell’intensificarsi delle misure di contenimento del coronavirus durante il mese".
Con l'avvio della
Fase 2, l'economista nota che, "escludendo una seconda ondata di infezione, che certamente vanificherebbe ogni ripresa", nei mesi venturi "dovremmo assistere ad un
miglioramento della situazione con la riapertura delle aziende e il ritorno al lavoro di parecchie persone", anche se
si attende una "ripresa estremamente lenta".