(Teleborsa) -
Centrale nella fase della
piena emergenza, lo
smart working continuerà a fare da
perno anche alla
Fase 2 che entra oggi
ancora più nel vivo. Nella conferenza stampa di sabato sera a Palazzo Chigi, il
Premier Conte ha ribadito che stiamo andando incontro a un
"rischio calcolato"
, ma ormai
non più rimandabile. Qualora la
curva dei contagi dovesse
risalire, il
Governo è già pronto a fare
retromarcia. La posizione è chiara:
riaprire sì, con la
massima sicurezza per tutti. Per questo ci si muove sul
doppio binario, della
tutela dei lavoratori da un lato e della
necessaria ripresa delle attività produttive, evitando però il
rischio di ripiombare nell’
incubo,
vanificando tutti gli
sforzi. Per questo nel
DPCM (Decreto del Presidente del Consiglio, ndr) del
18 maggio l'esecutivo invita al “
massimo utilizzo” dello
smart working, laddove ovviamente le
condizioni lo
permettano. Almeno, fino al termine dello
stato di emergenza, ovvero (per ora) al prossimo
31 luglio.Non solo lavoro agile: centrale anche il capitolo sul mantenimento delle
condizioni igieniche all’interno delle aree di lavoro,
sanificazione regolare degli ambienti,
scaglionamento degli
orari, insieme alla necessità di
limitare, quanto più
possibile, contatti con persone
esterne all’azienda. L’esecutivo invita anche a "
incentivare ferie e congedi retribuiti per i dipendenti" nonché "gli altri
strumenti previsti dalla contrattazione collettiva".