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Hong Kong, Borrell: sanzioni non sono la via per risolvere problemi con la Cina

Nota dell'Alto rappresentante Ue esprime "grave preoccupazioni". Intanto il Regno Unito è pronto a offrire cittadinanza a cittadini dell'ex colonia nati prima del 1997.

Economia, Politica
Hong Kong, Borrell: sanzioni non sono la via per risolvere problemi con la Cina
(Teleborsa) - Continua a crescere la tensione intorno alla questione Hong Kong dopo il prima via libera di Pechino al progetto di legge sulla sicurezza dell'ex colonia britannica. In attesa della conferenza stampa indetta a sorpresa dal Presidente Usa Trump, è arrivata la posizione dell'Unione europea.

"Le sanzioni non sono il modo per risolvere il nostro problema con la Cina", ha dichiarato l'Alto rappresentante Ue per gli Affari esteri, Josep Borrell. "Sugli ultimi sviluppi ad Hong Kong tutti gli stati membri si sono espressi e ciò si riflette nella nostra dichiarazione", ha aggiunto Borrell.

Nella nota diffusa infatti, Borrell "esprime grave preoccupazione per le misure adottate dalla Cina il 28 maggio, che non sono conformi ai suoi impegni internazionali (Dichiarazione congiunta sino-britannica del 1984) e alla Legge fondamentale di Hong Kong. Ciò rischia di minare seriamente il principio "One Country Two Systems" e l'alto grado di autonomia della Regione amministrativa speciale di Hong Kong".

E chiude: "Le relazioni dell'UE con la Cina si basano sul rispetto e sulla fiducia reciproci. Questa decisione mette ulteriormente in discussione la volontà della Cina di rispettare i suoi impegni internazionali. Affronteremo la questione nel nostro dialogo continuo con la Cina".

Intanto il Regno Unito, attraverso il suo Ministro degli Esteri Dominic Raab, ha annunciato di essere pronta a rafforzare i diritti e a facilitare la richiesta di cittadinanza per i più di 300mila cittadini di Hong Kong in possesso di un passaporto d'oltremare (BNO) rilasciato ai nati prima del 1997, anno in cui la città tornò sotto sovranità cinese con la formula "un solo Paese, due sistemi".

Immediata la risposta di Pechino che ha avvertito come qualsiasi tentativo di ostacolare la legge sarà "destinato a fallire".

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