(Teleborsa) - La flessione dell'economia statunitense potrebbe costare alle
esportazioni dell'Italia fino a
7,8 miliardi di euro. Sono i numeri forniti da
Nomisma che, con la collaborazione
Cribis, ha stimato l'impatto sull'export italiano provocato dal rallentamento statunitense.
Gli
Stati Uniti sono il secondo mercato di sbocco delle esportazioni dell'Italia. Un flusso di merci per un valore di 45,5 miliardi, secondo soltanto alla
Germania (58,1 miliardi).
Nel 2019 l'Italia ha esportato verso gli Stati Uniti beni per 45,5 miliardi di euro.
Nomisma stima che, se il Pil statunitense dovesse calare di 8 punti percentuali, sono a rischio 7,8 miliardi di euro, il 17% del nostro flusso di
esportazioni verso gli Usa.
Le
elasticità dei comparti alla variazione del
Pil americano sono di intensità assai differente nei differenti comparti. I comparti che mostrano le
elasticità più elevate registrano però quote di export basse: articoli in gomma (elasticità 4,88, quota 4,3%), servizi (elasticità 4,69, quota 0,67%) e Legno e prodotti in legno (elasticità 4,48, quota 0,77%).
Di converso i tre comparti più importanti mostrano
elasticità basse: Macchinari e apparecchi nca (quota 18,28%, elasticità 1,9), Articoli farmaceutici (quota 12,8%, elasticità 0,44) e Prodotti alimentari, bevande e tabacco (quota 10%, elasticità 0,8).
Intrecciando quote ed elasticità i comparti maggiormente coinvolti sono
macchinari e
apparecchi che ridurrebbero il loro flusso di 1,26 miliardi (-15%); prodotti
tessili,
abbigliamento pelli ed accessori che perderebbero 1,1 miliardi (-28%); 800 milioni di euro in meno segnerebbero le esportazioni dei
mezzi di
trasporto (-9,6%).
Infine, la voce più rilevante in termini di impatto sono le altre
attività manifatturiere (gioielli, strumenti musicali, articoli sportivi e giocattoli) che perderebbero 1,7 miliardi (-37%).