(Teleborsa) - Botta e risposta sull'asse Pechino-Washington. Dopo la decisione statunitense di martedì di chiudere il consolato cinese a
Houston, Texas, è arrivata la
reazione della Cina che ha ordinato la chiusura del consolato americano nella città sud-occidentale di
Chengdu.
La mossa – spiega in una nota il
Ministero degli
Esteri di
Pechino – è una "risposta legittima e necessaria alle misure irragionevoli da parte degli Stati Uniti" e arriva dopo la richiesta all'amministrazione USA di ritirare il provvedimento.
"L'attuale situazione nelle relazioni Cina-Usa non è ciò che la Cina desidera vedere e gli Stati Uniti ne sono responsabili – si legge ancora nella nota – hanno provocato
unilateralmente l'incidente, chiedendo all'improvviso alla Cina di chiudere il consolato generale di Houston, in grave violazione di diritto internazionale e norme di base delle relazioni internazionali e delle disposizioni pertinenti del trattato consolare sino-americano,
danneggiando gravemente le relazioni sino-americane".
Il Governo cinese ha quindi chiesto nuovamente agli Usa di rivedere la loro
decisione e permettere la
riapertura del consolato in Texas.
Nel frattempo, nella giornata di ieri il dipartimento di Giustizia di Washington ha incriminato
quattro ricercatori cinesi accusati di aver mentito sui loro legami con l'Esercito di liberazione popolare e con il Partito comunista cinese. Tre sono stati arrestati, il quarto si è invece
rifugiato nel consolato cinese di
San Francisco.
L'accusa è quella di far parte di una
trama organizzata da Pechino per infiltrarsi nelle istituzioni statunitensi e rubare informazioni scientifiche e tecnologiche. Tre dei quattro ricercatori incriminati lavoravano nel campo medico in università della California mentre uno si stava specializzando in intelligenza artificiale all'Indiana University.
Ferma la risposta di Pechino che ha definito la vicenda "una pura
persecuzione politica" e ha annunciato attraverso il suo Ministro degli Esteri "misure per salvaguardare la sicurezza dei cittadini e i loro legittimi diritti".