(Teleborsa) -
L'intesa TIM-CDP è un punto di partenza, ma l'obiettivo "deve essere una
rete unica controllata dal pubblico". Il ministro allo Sviluppo economico
Stefano Patuanelli in audizione presso la commissione Trasporti alla Camera sul Recovery Fund chiarisce il suo punto di vista sul progetto di rete unica lanciato da
Open Fiber.
"Ciò che e' accaduto a fine agosto ha portato a un risultato che deve essere visto come
punto di partenza e non di arrivo – ha detto il ministro – partivamo da una situazione data, penso alla privatizzazione di
TIM che non può essere certo ritenuta virtuosa. Quella condizione non consentiva ragionamenti più profondi. Penso che ci deve essere una rete unica
controllata dal pubblico".
"Vedo una
società delle reti e delle tecnologie che all'interno
possa avere non solo al fibra ma tutte le tecnologie, come il
5G, con parità di accesso a tutti gli operatori – ha aggiunto Patuanelli – È un ragionamento che non si sviluppa in poche settimane ma è giusto avere chiari gli obiettivi. È un passo nella
giusta direzione".
Patuanelli ha fatto riferimento al
modello Terna, una società delle reti in cui far confluire gli operatori, che
non sia verticalmente integrata e che abbia una maggioranza relativa pubblica: "Questo è il progetto ma dobbiamo capire se chi ha oggi quegli asset ritiene che quello sia un progetto percorribile o meno.
Non è che possiamo imporlo. Stiamo provando a raggiungerlo passo passo. E mi sembra che lo abbiamo detto chiaramente e in tutti i modi".
Il titolare del Mise nel corso dell'audizione ha espresso
dubbi sui tempi dell'operazione in corso, sottolineando che occorre "imprimere un'accelerazione nello sviluppo della fibra laddove, dai dati resi noti da
Infratel, è difficile che Open Fiber rispetti gli obiettivi del piano al
2023".
Su questo punto il ministro Patuanelli ha fatto riferimento a una
call avvenuta ieri a cui hanno partecipato la società vigilata dal suo ministero e gli
operatori del settore per verificare le attuali condizioni di mercato rispetto alla rete. "Il quadro che è emerso è certamente di un'accelerazione dello sviluppo della rete in fibra, ma ancora in ritardo rispetto agli obiettivi".
C'è "un'oggettiva difficoltà materiale nel realizzare i lavori per
ritardi nelle
concessioni e
autorizzazioni", ha evidenziato Patuanelli richiamando i dati disponibili sul portale di Infratel. "Ho chiesto a Infratel di essere trasparente. È chiaro che oltre al costante monitoraggio vi sono gruppi di lavoro tra Infratel e Open Fiber che cercano di capire dove sono i gangli che non consentono di accelerare. La
semplificazione tecnico-procedurale che abbiamo fatto nei diversi decreti sta aiutando".