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Caos Brexit, la doppia sfida di Johnson

Nel mirino del successore di Theresa May, l'UE ma anche una parte dei "suoi"

Economia
Caos Brexit, la doppia sfida di Johnson
(Teleborsa) - Doppia sfida: all'UE, ma soprattutto una scommessa sul fronte interno. Giorni cruciali per Boris Johnson, decisamente indebolito dalla gestione dell'emergenza coronavirus e dagli ultimi sondaggi, deciso a giocarsi il tutto per tutto nella partita negoziale sul dopo Brexit con un contestatatissimo progetto di legge (Internal Market Bill) che rivendica al Regno Unito il potere unilaterale di rivedere parte degli impegni sottoscritti con Bruxelles dallo stesso premier appena pochi mesi fa nell'ambito dell'Accordo di recesso: a costo di violare a viso aperto il diritto internazionale.

Una strategia a dir poco pericolosa che rischia di scatenare la furia europea, oltre quella delle opposizioni già sul piede di guerra. Ma c'è di più. Incalzato da una fronda crescente di compagni di partito che ormai non possono più nascondere il disagio per gli zig-zag e le retromarce, il successore di Theresa May che, da un po' di tempo a questa parte, sembra aver perso il tocco magico di trionfatore delle urne, persino agli occhi di qualche fedelissimo.

Oggi scatta l'iter alla Camera dei Comuni britannica del contestato progetto di legge presentato dal governo Tory di Johnson sul dopo Brexit. Un testo che, appunto, mira a rimettere platealmente in discussione alcuni degli impegni assunti da Londra con l'UE in sede di divorzio, in particolare sul protocollo relativo alla delicata questione dei confini dell'Irlanda del Nord, e che Bruxelles ha intimato di ritirare entro fine settembre pena azioni legali e stop agli affannati negoziati in corso sulle relazioni commerciali future.

Al momento, Johnson tira dritto e non sembra intenzionato a fare passi indietro, malgrado le critiche incassate anche sul fronte interno con il no preannunciato da diversi deputati ed ex Ministri dello stesso gruppo conservatore. L'introduzione della legge in aula è stata affidata al Ministro delle Attività Produttive, Alok Sharma, mentre della replica serale è stato incaricato il 'dottor sottile' del governo, Michael Gove.

"Abbiamo detto e scritto tutto il necessario in questi giorni. L'accordo di recesso" sulla Brexit "è alla base ed è la cornice" per le relazioni col Regno Unito, senza se e senza ma". Lo ha detto il portavoce della Commissione europea, Eric Mamer ad una domanda. "Le questioni sull'attuazione dell'Accordo di recesso devono essere affrontate e risolte dalla Commissione mista. Lo abbiamo detto chiaramente. Il resto è dibattito interno nel Regno Unito" in cui non vogliamo essere coinvolti.
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