(Teleborsa) - Nell'
era Covid e con le
sfide che la società si trova ad affrontare, in un contesto di radicale cambiamento, dominato dall'incertezza, torna di grande attualità il
pensiero di Max Weber, uno dei massimi intellettuali del '900, cui si rifà il saggio del filosofo
Massimo Cacciari, "Il lavoro dello spirito. Saggio su Max Weber", pubblicato quest’anno da Adelphi.
Innovazione tecnologica, futuro delle
città, buona
amministrazione e
libertà personali sono le tematiche attualissime toccate nell'
intervista di Marco Emanuele al filosofo Cacciari, nel primo numero del mensile online
"The Science of Where Magazine", diretto da
Emilio Albertario.
Parlando della
conteporaneità di Weber, Cacciari spiega come "l’insuperabile lezione di Weber" dalla
"visione di insieme" di sistema economico, etica, sistema tecnico-scientifico e politica. "La capacità di Weber di restare saldamente specialistico in ciascuno di questi ambiti - sottolinea - e insieme cogliere come soltanto nel loro insieme determinino il nostro destino, resta appunto insuperabile".
Cacciari spiega di aver trattato in particolare il nesso tra sistema della scienza e sistema della libertà ed afferma che "
senza scienza, organizzata sul piano globale,
non c’è innovazione, senza innovazione
non c’è sviluppo economico, non c’è
capitalismo" e che il Politico "si colloca nello spazio, aperto a ogni conflitto" tra produzione di ricchezza e liberazione del lavoro comandato.
Parlando del significato dell’espressione
"politica come professione", il filosofo fa riferimento al concetto di
"Beruf" inteso come vocazione-professione ed al concetto di
responsabilità e razionalità. L'idea weberiana - afferma Cacciari - "comporta formazione di ceto politico, organizzazione, partiti" e quindi "la democrazia perde ogni significato se si astrae da questa prospettiva".
Il filosofo parla anche della
tecnologia e del ruolo centrale che sta assumendo nell'età contemporanea, affermando che
"è proprio la gabbia di acciaio che si va chiudendo" fra capitalismo, burocrazia, scienza e innovazione e potere politico. "Queste dimensioni vivono in simbiosi", afferma.
Quanto al
futuro delle nostre città, Cacciari sottolinea che "sono territori, centri nevralgici di una rete che copre l’intero pianeta" e che quelle "competitive" sono "in grado di attrarre investimenti e intelligenze". L'importante - afferma - non è la collocazione, né la grandezza, ma occorre che "siano
dotate di servizi efficienti e che vi si possa formare quella
simbiosi tra scienza, economia e politica, di cui ho parlato". "Qui - dice - il cerchio sembra chiudersi contraddittoriamente, poiché una tale simbiosi è la causa del progressivo disfacimento dello spazio pubblico e dell’idea stessa di democrazia. Eppure non possiamo che affrontare la sfida, pena essere dei puri reazionari".