(Teleborsa) - Resta ancora aperta la partita sullo
stop ai
licenziamenti tra Governo e sindacati. L'attenzione è tutta rivolta al Consiglio dei Ministri previsto per sabato quando andrà varato il
Documento programmatico di Bilancio che farà da cornice alla legge di Bilancio di quest'anno. In quell'occasione, infatti, andrà trovata una soluzione.
Il divieto di tagliare posti di lavoro dovrebbe rimanere in piedi ma resterà strettamente legato alla proroga della
Cig Covid che sarà accompagnata dalla proroga degli
sgravi dei contributi per chi richiama i dipendenti al lavoro dalla cassa. "Naturalmente chi utilizzerà la Cig non potrà licenziare, come già previsto ordinariamente", ha spiegato il viceministro dell'Economia
Antonio Misiani.
A preoccupare maggiormente le sigle sindacali è la posizione espressa dallo Sviluppo economico
Stefano Patuanelli, secondo il quale non è pensabile per sempre il blocco generalizzato dei licenziamenti visto che non c'è una data di
scadenza che segnali la fine dell'emergenza. "Purtroppo, la pandemia non è uno yogurt", ha sintetizzato il ministro che ha assicurato che il Governo è al lavoro per evitare una emorragia di
posti di
lavoro.
Dal canto loro i
sindacati chiedono che lo stop ai licenziamenti sia assicurato finché permane lo
stato di emergenza, così come la copertura agli
ammortizzatori sociali Covid. "Sono decisioni che devono essere prese subito – ha dichiarato
Tania Scacchetti, segretaria confederale della Cgil – non si può pensare che, in una situazione occupazionale già fortemente compromessa prima del Covid, la libertà di licenziamento sia decisiva per la ripartenza dell'economia. Una situazione straordinaria merita risposte straordinarie e anche un forte senso di coesione e di responsabilità collettive".
Per
Luigi Sbarra, segretario generale aggiunto di Cisl, ""Sono sbagliate e preoccupanti le parole del ministro Patuanelli sull'ipotesi di interrompere in ogni caso il blocco dei licenziamenti entro fine anno. L'emergenza sanitaria, economica e sociale continua a colpire duramente tutti i settori produttivi del Paese. Procedere in questo modo significherebbe aggravare ulteriormente le condizioni di tantissime persone e famiglie, con ripercussioni esiziali anche sulla domanda interna".
"E' urgente fino alla fine dell'emergenza, la proroga dell'attuale sistema degli ammortizzatori sociali e della protezione dei posti di lavoro, tramite il blocco dei licenziamenti – ha sostenuto la segretaria confederale Uilm,
Ivana Veronese – vanno previste, pertanto, sostanziose risorse per garantire il sostegno al reddito, utilizzando anche quelle europee e dando in questo modo tranquillità a lavoratori ed aziende". E dai metalmeccanici di Uilm è intanto giunta la proposta di sacrificare gli aumenti salariali nel rinnovo del contratto a patto che si garantiscano i posti di lavoro per i prossimi tre anni.
La libertà di licenziare, senza nuove norme, però potrebbe già scattare a
novembre per quelle piccole e piccolissime imprese che esauriranno le settimane di Cig Covid a disposizione (18+18) e che nell'ordinario non hanno ammortizzatori. Per loro allo studio del Governo ci sarebbe, in vista della manovra, una una
proroga "retroattiva" degli ammortizzatori di emergenza, in modo da non lasciare nessuno scoperto.