(Teleborsa) -
Niente accordo in seno all'Opec+ sulla strategia relativa ai
tagli produttivi da adottare nel 2021, posto che gli attuali tagli pari a 7,7 milioni di barili sono validi sino al prossimo mese di gennaio e la proroga non è affatto scontata. Tutto si deciderà con il contributo della Russia e degli altri alleati.
Il vertice dei maggiori Paesi produttori di greggio, riunitosi per via telematica,
non ha assunto alcuna decisione ufficiale al termine della prima giornata di meeting, rinviando tutto all'incontro allargato alla Russia ed agli altri alleati, che a sua volta è slittato a giovedì.
Un nulla di fatto che
ha deluso pesantemente le aspettative del mercato, che puntava già su uno
slittamento di almeno tre mesi dell'attuale regime di tagli, valido sino a gennaio 2021.
La
seconda ondata di pandemia e le restrizioni che sono seguite, bloccando nuovamente il trasporto aereo e gli spostamenti in genere, hanno
colpito pesantemente la domanda e, senza un prolungamento dei tagli, gli esperti stimano che potrebbe emergere un
surplus compreso fra 1,5 e 3 milioni di barili nel
primo semestre 2021.
In più, gli Emirati Arabi Uniti questa settimana hanno espresso preoccupazione sul prolungamento degli attuali tagli e la Norvegia, che non fa parte dell'Opec, porrà fine al regime di riduzione della produzione il prossimo 31 dicembre.
E' stata una doccia fredda per il petrolio, che ha virato pesantemente al ribasso e stamattina perde ancora: il
Brent cede lo0,23% a 47,47 dollari ed il
Light crude lo 0,09% a 44,51 dollari.