(Teleborsa) - Una
crisi nel bel mezzo della
seconda ondata della
pandemia: uno
scenario tutt'altro che rassicurante che però potrebbe concretizzarsi nelle prossime ore. I
l condizionale è d'obbligo visto che la partita - delicatissima - al momento è tutta
dialettica con il
leader di IV Matteo
Renzi in
pressing da giorni sul Presidente del Consiglio
Conte che
prova a resistere.
Terreno dello scontro il
CdM in programma stasera alle 21.30 per dare l'ok al
Recovery Plan pronto a trasformarsi in una sorta di
resa dei conti finale mentre nel pomeriggio i due
"duellanti" si sono inviati
messaggi neanche troppo
sibillini.
Prima è arrivata la
controffensiva da Palazzo Chigi che ha fatto sapere che "se il leader di IV Matteo
Renzi si assumerà la responsabilità di una crisi di Governo in piena pandemia, per il Presidente Giuseppe
Conte sarà
impossibile rifare un nuovo esecutivo con il sostegno di IV".
Pochi minuti dopo, non si è fatta attendere la
"replica": "A differenza di ciò che raccontano a reti unificate i cantori del pensiero unico,
non c'è nessuna richiesta di poltrone, nessuna polemica pretestuosa, nessun atto irresponsabile. Quello che noi stiamo facendo si chiama Politica: studiare le carte, fare proposte, dare idee. Irresponsabile sarebbe sprecare centinaia di miliardi dei nostri figli facendo debito cattivo e non investendo sulla sanità, sull'educazione, sull'innovazione". E "se non ci sono risorse sufficienti nel piano pandemico nazionale prendiamo il Mes", ha scritto R
enzi nella sua enews. Nel mezzo, la
mediazione di
PD e M5s che
"blindano" il Premier.
CHE POTREBBE SUCCEDERE IN CDM? - Non è escluso, dunque, che il
Recovery plan venga
"messo in salvo" in Consiglio dei ministri, con
Teresa Bellanova ed Elena Bonetti pronte ad aprir
e formalmente la crisi di Governo il minuto dopo, presentando le loro
dimissioni. A gettare
acqua sul fuoco, intanto, ci ha pensato anche il Ministro dell'Economia
Gualtieri. "Nei prossimi giorni, forse già giovedì, faremo il Consiglio dei ministri per chiedere l'autorizzazione del
Parlamento a un nuovo scostamento. Atto che, naturalmente, richiede un Governo nella pienezza delle sue funzioni, che non è compatibile con una crisi di Governo". Ha risposto così a Radio popolare di Milano a una domanda sull'iter per il nuovo
decreto ristori. "Poi, mentre il Parlamento voterà auspicabilmente questo
scostamento, predisporremo quanto abbiamo già iniziato a fare, per arrivare dopo il voto alla
sua approvazione", ha aggiunto.
Si lavora per "rilanciare l'azione di Governo anche perchè
francamente nel pieno di una pandemia una crisi sarebbe davvero incomprensibile e pericolosa", ha sottolineando parlando del lavoro che ha portato alla stesura del Piano nazionale di ripresa e resilienza che andrà stasera in CdM. "Dopo l'approvazione del piano che mi aspetto da parte del Consiglio dei ministri adesso c'è da approvare la
governance, è il prossimo adempimento necessario - ha detto - Penso che vada fatto
rapidamente e allo stesso tempo sulla base del metodo che abbiamo seguito per la revisione del piano e cioè il metodo di ascolto e di condivisione".
"E' importante in tempi rapidi definire la struttura di governance che sarà responsabile della attuazione del piano. Quindi c'è molto da lavorare nei prossimi giorni" ha proseguito.
Secondo Gualtieri "noi non
possiamo permetterci di limitare la capacità di azione del
Governo e la capacità di prendere misure straordinarie, penso anche al prossimo scostamento di bilancio.
Siamo nel pieno di una pandemia e credo che i cittadini si aspettino un Governo che governa e fa le cose necessarie". Una crisi, ha concluso, sarebbe "uno
scenario negativo che l'Italia non può permettersi".
Fonti qualificate renziane, però, hanno fatto sapere che domani Renzi parlerà in conferenza stampa. "Se il presidente del Consiglio ha preso questa linea - ha detto al Senato - evidentemente è convinto di avere i numeri e va bene così, si chiama democrazia parlamentare e
noi si va all'opposizione". Parole che, di certo, non fanno pensare ad una tregua. Ma in politica, si diceva una volta,
"mai dire mai".