(Teleborsa) - Dopo il
disco verde ottenuto alla
Camera e in
Senato - con numeri decisamente risicati - torna in
salita la crisi di Governo. La notizia che
aumenta i timori di chi vede davanti a sè una partita sempre più difficile da vincere, piomba nei palazzi della politica nella mattinata di ieri:
Lorenzo Cesa, segretario nazionale dell’Udc, è indagato per concorso esterno in associazione mafiosa nell’ambito dell’operazione antimafia "
Basso profilo" avviata della Dda di Catanzaro. Proprio mentre il governo
Conte, ancora in bilico, cerca voti a Palazzo Madama, arriva la notizia delle
dimissioni del leader Udc.A dire il vero, c'è anche chi non esclude che
proprio la tegola caduta sulla testa di Cesa, il meno favorevole a lasciare la casa del centrodestra, possa rappresentare anche un
insperato aiuto. A
l Senato occorre rafforzare le truppe ed è lì che si guarda ai tre senatori Udc: P
aola Binetti, Antonio Saccone e Antonio De Poli. Anche se è vero che bisogna fare i conti con l'imbarazzo del M5S.
Il primo a parlare è
Alessandro Di Battista, segue poi Luigi Di Maio: "mai il M5S potrà aprire un dialogo con soggetti condannati o indagati per
mafia o reati gravi".Allargare al centro, secondo molti,
è un'operazione fallita già in partenza . La pensa così anche il centrodestra, che sale al Colle a metà pomeriggio per un colloquio con il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. "
Con questo Parlamento è impossibile lavorare, la maggioranza è inconsistente", scrivono in una nota congiunta al termine sottolineando di confidare nella "saggezza" del Capo dello Stato.
L'artefice della crisi, intanto, manda segnali. "
Se volete confrontarvi nelle sedi istituzionali, noi ci siamo", dice ancora una volta Matteo Renzi. Ma al momento il leader
Iv viene considerato fuori dai giochi: si guarda invece ai suoi, convinti che qualche senatore di Italia Viva possa tornare nell'alveo della maggioranza.
Il Premier intanto fa la prima mossa e convoca il Consiglio dei ministri per cedere, come promesso e caldeggiato proprio da IV, la delega sui servizi segreti che va all'ambasciatore
Piero Benassi, attuale consigliere diplomatico del Presidente del Consiglio,
nominato sottosegretario.