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FMI, ritiro sostegno solo dopo uscita durevole da crisi

"Inasprimento prematuro politica quando le economie più colpite sono ancora profondamente fragili potrebbe esacerbare divergenze tra i Paesi", ha detto Georgieva

Economia
FMI, ritiro sostegno solo dopo uscita durevole da crisi
(Teleborsa) - Le politiche di sostegno pubblico alle economie nei Paesi dell'UE colpiti dalla pandemia devono continuare fino a quando si sarà pienamente usciti dalla crisi, per essere gradualmente ritirate solo successivamente. E' quanto ha affermato oggi la direttrice esecutiva del Fondo Monetario Internazionale, Kristalina Georgieva, intervenendo all’European Semester Conference.

"Fino a quando la pandemia non sarà sconfitta, il sostegno alle imprese e alle famiglie dovrà continuare. Il ritiro graduale deve seguire, non precedere - ha sottolineato -, un'uscita durevole dalla crisi sanitaria. E' importante internamente e anche in termini di ricadute: un inasprimento prematuro della politica quando le economie più colpite sono ancora profondamente fragili potrebbe esacerbare le divergenze tra i Paesi".

"Sebbene ora non sia il momento di ritirare il sostegno - ha aggiunto la direttrice del FMI - è il momento di accertare la solidità dei regimi di insolvenza" nei diversi paesi. "Il massiccio sostegno nel 2020 ha portato a fallimenti inferiori alla media. Ma il rischio di un tasso più elevato di insolvenze del debito" nel settore privato "aumenterà una volta che diminuiranno le misure di sostegno" da parte degli Stati "e con l'accelerazione del cambiamento strutturale".

"Gli accordi in materia di insolvenza e una maggiore enfasi sul sostegno a livello azionario potrebbero aiutare a prevenire gli eccessi di debito e i fallimenti crescenti", ha concluso Georgieva.

La direttrice del Fondo monetario internazionale ha quindi lanciato l'allarme "divergenza", quella più marcata a seguito della crisi post pandemia riguarda i Paesi in via di sviluppo "ma è un rischio anche per l'Europa".

Nel suo intervento, Georgieva ha citato come esempio i crolli accusato da Paesi tradizionalmente a vocazione turistica tra cui l'Italia. "Le tradizionali mete turistiche hanno conosciuto contrazioni di oltre il 9% in Spagna, Grecia e Italia, rispetto a una contrazione media del 6,4% nell'Unione europea", ha detto.
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