(Teleborsa) - Accelerare sulle vaccinazioni con un'azione coordinata a livello europeo, e nessuna scusa per le aziende farmaceutiche che non rispettano gli impegni presi. Questa, da quanto si apprende, la richiesta sollecitata dal
presidente del Consiglio Mario Draghi nel corso del suo debutto oggi al
Consiglio europeo. Ai 27 in
videoconferenza sul coordinamento delle misure anti Covid-19 il premier ha lanciato un appello volto a un cambio di passo nella gestione dell'emergenza sanitaria.
Collegato da Palazzo Chigi, il premier – commentando i dati mostrati dalla
presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen sulle consegne delle dosi di vaccino del secondo e terzo trimestre – ha sottolineato che per "rallentare" la corsa delle mutazioni "occorre andare più veloce" aumentando le vaccinazioni con un'azione "coordinata a livello europeo, rapida e trasparente". Nel suo intervento
Draghi ha chiesto anche grande determinazione nei confronti delle aziende farmaceutiche, auspicando la linea dura per quelle che non rispettano gli impegni assunti. Per il presidente del Consiglio è necessario un "approccio comune" sui test e un "coordinamento" per l'autorizzazione all'export. Draghi ha anche aperto alla possibilità di dare
"priorità" alle prime dosi, anche alla luce della recente letteratura scientifica. Sempre sul fronte vaccini il premier ha detto di sostenere il
Covax, lo strumento per l'accesso globale ai vaccini anti Covid, ma ha messo in rilievo un problema di credibilità nei confronti dei cittadini europei se si avviassero le donazioni in questo momento dal momento che l'Ue è ancora troppo indietro sulle vaccinazioni.
Tra i temi discussi nel corso della sessione di oggi, la necessità di un bilanciamento tra le misure restrittive sui viaggi intra-Ue, la tutela della salute pubblica e la protezione del funzionamento del mercato interno.
"Siamo fiduciosi di poter raggiungere il nostro obiettivo a fine estate di vaccinare il 70% della popolazione europea adulta, si tratta di 255 milioni di cittadini della Ue, e se guardiamo ai dati previsti questo è un obiettivo che siamo certi di poter realizzare – ha affermato
von der Leyen in conferenza stampa –. Abbiamo discusso anche dei
certificati vaccinali ma ci sono ancora questioni politiche in sospeso e anche questioni scientifiche. I dati di Israele sono promettenti e alla fine si deciderà in ogni singolo Paese. C'è un accordo di principio ma per lo sviluppo tecnico dei certificati vaccinali servono almeno tre mesi di tempo".
Con riferimento al
brevetto dei vaccini von der Leyen ha detto che il suo "forte consiglio è quello di rimanere all'interno di un meccanismo volontario che non costringa le imprese a condividere la formula del vaccino perché potremmo avere bisogno della conoscenza scientifica interna a queste case farmaceutiche per far fronte alle varianti". La presidente ha, inoltre, ricordato che ci sono imprese che "stanno già lavorando assieme", senza alcun obbligo di condivisione del brevetto.
"L'Ue – ha annunciato il
presidente francese, Emmanuel Macron – si doterà della capacità di produrre dalla fine dell'anno vaccini in modo più autonomo e in modo permanente, dal momento che sembra verosimile che dovremo vivere a lungo con questo virus".
In apertura dei lavori, il
presidente del Consiglio Ue Charles Michel ha dato il benvenuto a
Draghi e al nuovo
primo ministro estone Kaja Kallas, esprimendo le sue
condoglianze all'Italia per "l'orribile attacco" in cui sono morti l'
ambasciatore a Kinshasa, Luca Attanasio, il
carabiniere, Vittorio Iacovacci, e il loro
autista, Mustapha Milambo. Domani mattina il Consiglio sarà invece focalizzato sui temi della
sicurezza e della difesa, con la volontà comune dei Paesi membri di rafforzare la propria dimensione di difesa, per promuovere anche una "maggiore sinergia" con l'amministrazione Biden e il "rilancio dell'agenda transatlantica".