(Teleborsa) - Nonostante i
saldi, l'andamento delle vendite di quest'inizio d'anno ha registrato un
calo del 41,1% a gennaio e del 23,3% a febbraio, senza lasciare spazi a
segnali di recupero rispetto alle enormi perdite del 2020. "Ancora
non si comprende il motivo per cui un negozio di
abbigliamento o calzature o pelletteria – afferma
Renato Borghi, Presidente di Federazione Moda Italia-Confcommercio – debba essere ricompreso tra quelle
poche attività commerciali costrette alla chiusura per decreto in fascia rossa, nonostante gli investimenti fatti in sicurezza e per il rispetto dei protocolli".
Al nostro settore - prosegue - serve un
sostegno immediato, reale, congruo e proporzionato alle effettive perdite, soprattutto slegato dalla soglia minima del 33% del
fatturato perché i prodotti di moda seguono, come noto, le tendenze delle stagioni stilistiche e quindi sono soggetti a rapidissima svalutazione. Abbiamo avuto a disposizione solo
mezze stagioni per la vendita e fatto subito notevole ricorso a forti promozioni e a saldi, con l'unico obiettivo di contenere le perdite di fatturato. Una soluzione che ha certamente aiutato i negozi ad avere
liquidità per pagare personale, fornitori, affitti, tasse e spese vive, ma ha contestualmente generato una drastica riduzione dei margini, mettendo così a rischio il
modello di business e la stessa sopravvivenza dei
fashion store .Per questa peculiarità, la soglia di perdita di fatturato coerente per il
dettaglio moda risulta, pertanto, del 20%".Resta indispensabile - conclude Borghi - "un
contributo sulle eccedenze di magazzino, sotto forma di
credito d'imposta del 30% delle rimanenze come pure è indifferibile anche un intervento sull'
abbattimento del costo dei canoni di locazione".