(Teleborsa) -
Braccio di ferro tra i
curatori fallimentari dell'ex Embraco da una parte ,
istituzioni e sindacati dall'altra. Nell'incontro, convocato dall'assessore regionale al Lavoro,
Elena Chiorino, la curatela, infatti, ha ribadito che la cassa integrazione per Covid non può essere utilizzata per i
400 lavoratori dell'ex Embraco dal momento che l'attività è cessata, contrariamente a quanto sostenuto dalla direzione generale del Ministero del Lavoro al tavolo convocato dal MiSE venerdì scorso.
Davanti alla sede dell'assessorato, in via Magenta, hanno manifestato i
lavoratori. Da oggi, infatti, termina la procedura e possono scattare i
400 licenziamenti. Pochi giorni fa i Sindacati avevano chiesto "al
curatore fallimentare di Embraco di interrompere immediatamente la procedura di licenziamenti, di inoltrare domanda di cassa integrazione al ministero del Lavoro e di sbloccare l'utilizzo del fondo a suo tempo costituito da Embraco a beneficio dei lavoratori" auspicando che l'incontro con il Governo potesse dare nuova linfa al delicato dossier, in cerca di soluzione, "dopo un lungo periodo di inerzia e di passaggio di consegne che ha messo gravemente a repentaglio il futuro dei lavoratori sia di Belluno sia di Torino". Infine, "ci aspettiamo a breve l'approvazione degli emendamenti in discussione in Parlamento a sostegno della liquidità per l'Acc di Belluno e la
costituzione di ItalComp".