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Lavoro, Orlando: occorre riprendere la battaglia per l'equo compenso

Quanto al Recovery Plan: circa 7 miliardi sulle sulle politiche attive del lavoro, il più importante del dopoguerra.

Economia
Lavoro, Orlando: occorre riprendere la battaglia per l'equo compenso
(Teleborsa) - Il ministro del Lavoro Andrea Orlando ha sostenuto la necessità di riprendere la battaglia per l'equo compenso. "Non deve essere solo una risposta giurisdizionale", ha dichiarato in occasione del Festival del Lavoro 2021, ma "deve essere una fortissima leva per qualificare, valorizzare e riconoscere il contributo professionale in questa fase". "Credo che questa grande mole d'investimenti e spinta verso il futuro necessiti di una valorizzazione del mondo delle professioni", ha aggiunto.

Inevitabile una riflessione in merito al Recovery Plan e alle misure dedicate al mercato del lavoro. "Per la specifica tematica dell'incrocio tra l'offerta e la domanda di lavoro sono previste risorse per circa 7 miliardi di euro che andranno a sostenere le politiche attive del lavoro, la formazione e il potenziamento della rete territoriale", ha dichiarato Orlando. Si tratta di "un importante investimento specifico – ha sottolineato – il più importante del dopoguerra sulle politiche attive del lavoro".

Il ministro ha anche auspicato un cambio di marcio nella lotta al lavoro nero: "da qui a pochi giorni lavorerò con l'Ispettorato nazionale del lavoro: si tratta di costruire un grande piano". "C'è – ha ricordato – una richiesta molto forte dell'Unione che va in questa direzione". Orlando ha colto l'occasione anche per denunciare il basso numero di impiegati all'interno dei centri per l'impiego nonostante un importante stanziamento di risorse nel 2019 che prevedeva l'assunzione di 11mila persone. Adesso siamo a poche centinaia. Questo francamente e' abbastanza desolante", ha detto sottolineando la necessità di dare "un'accelerazione fortissima".

Infine, il ministro ha espresso la sua posizione riguardo allo strumento dell'apprendistato. "Contrattato, regolato, discusso nell'ambito della dimensione territoriale o una derivazione di questo strumento può essere una risposta molto importante per fare in modo che si crei quella formazione on the job che è il rimedio a quella discrasia tra domanda e offerta", ha sostenuto il ministro che ha aggiunto: "credo che possa essere il territorio la dimensione nella quale costruire e modulare questo strumento".
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