(Teleborsa) - La notizia è arrivata ieri sera dalle comunicazioni sulle partecipazioni rilevanti di Consob, ma i risvolti più interessanti si potrebbero concretizzare nei prossimi mesi.
Francesco Gaetano Caltagirone ha triplicato la propria quota in
Mediobanca, portandola dall'1% di inizio marzo al 2,88% attuale. Il costruttore romano ha anche due opzioni per
salire fino al 5,0547% tra il 20 agosto e il 17 settembre. pochi giorni prima dell'
assemblea dell'istituto, in programma il 28 ottobre. Le quote verranno detenute dalle controllate Istituto Finanziario 2012 Spa, Capitolium Srl, Mantegna 87 Srl, Calt 2004 Srl.
L'operazione dell'imprenditore romano va accostata a quella
Leonardo Del Vecchio, fondatore di Luxottica, il quale a inizio luglio
aveva incrementato la propria partecipazione nella banca fondata da Enrico Cuccia, portandola al 19% (arrivando a sfiorare la soglia del 20% fissata dalla BCE). Per ora, secondo quanto riporta Repubblica citando fonti vicine a Caltagirone , l'operazione non è stata fatta con "
ampi disegni e strategie", ma con "la volontà di ricostituire un investimento nelle banche nella tradizione del gruppo". È vero però che i due soci, con le quote ritoccate, potrebbero esercitare
poteri di veto in assemblea straordinaria, nel caso il management di Mediobanca proponesse operazioni sgradite.
Il balzo nell'azionariato di Piazza Cuccia da parte di Caltagirone si intreccia inevitabilmente anche con
Generali. Mediobanca è infatti il primo socio del
Leone di Trieste con una quota del 12,93%, con Caltagirone che detiene il 5,6% e Leonardo Del Vecchio che ha in mano un altro 4,82%. Negli scorsi mesi Caltagirone aveva fatto notare il proprio
dissenso su alcune azioni della dirigenza targata Philippe Donnet: l'esempio più lampante era stata
la decisione di non partecipare all'assemblea annuale della compagnia.
Nelle prossime settimane dovrebbero essere avviati i lavori per il
rinnovo della lista del CdA di Generali, con Mediobanca che era a favore della possibilità per il board uscente di presentare una propria lista (scenario sempre più apprezzato dagli investitori istituzionali). Ora il processo potrebbe essere meno lineare, a causa del peso crescente di Caltagirone (che di Generali è anche vicepresidente).