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Afghanistan, talebani promettono amnistia e riconoscimento diritti donne

Politica
Afghanistan, talebani promettono amnistia e riconoscimento diritti donne
(Teleborsa) - Rassicurazioni arrivano dal nuovo regime talebano in Afghanistan, dopo la presa di Kabul, con l'assicurazione che il nuovo governo intende concedere "un'amnistia generale" a favore dei funzionari delle istituzioni pubbliche, cui viene chiesto di tornare al lavoro. Segnali di apertura anche nei confronti delle donne, cui si promettono posti al governo, istruzione e niente più burka, purnel rispetto della Sharia.

"Ci impegniamo per i diritti delle donne all'interno della Sharia", ha detto il portavoce dei talebani Zabihullah Mujahid nella prima conferenza stampa post occupazione, dicendosi "orgoglioso" per la liberazione dell'Afghanistan "dopo 20 anni di lotte". "Vogliamo assicurarci che l'Afghanistan non sia più un campo di battaglia", ha aggiunto il portavoce dei talebani, precisando "nessuno sarà danneggiato, non vogliamo avere problemi con la comunità internazionale".

E dalla comunità internazionale arrivano segnali di cauta apertura, soprattutto dagli Stati Uniti, la cui posizione verso un futuro governo talebano sarà condizionata dal "comportamento di questo governo". "Non è escluso lo strumento delle sanzioni nel caso i talebani non rispettassero i diritti umani, in particolare quelli delle donne", ha spiegato il consigliere per la sicurezza nazionale Jake Sullivan. Nel frattempo proseguono le evacuazioni, con l'obiettivo di chiudere le operazioni di ritiro dal suolo afghano entro il 31 agosto.

Anche la Gran Bretagna non esclude a priori un "riconoscimento" del nuovo esecutivo talebano, ma si precisa che questo sarà condizionato al "rispetto degli standard internazionalmente concordati sui diritti umani e sull’inclusione".

Dai Ministri degli Esteri della UE arriva un appello per "l’immediata cessazione di ogni violenza, il ripristino della sicurezza e dell’ordine civile", mentre si esprime "profonda preoccupazione per le segnalazioni di gravi violazioni e abusi dei diritti umani".

Frattanto il Premier italiano Mario Draghi ha voluto ringraziare "militari, diplomatici e tutti i cooperanti che per 20 anni sono stati ad Herat, a Kabul e in tutto l'Afghanistan", esprimendo "affetto sincero alle famiglie dei nostri 54 caduti", il cui "sacrificio non è stato vano" - sottolinea - perché hanno "difeso le libertà fondamentali e i diritti delle donne". Draghi afferma che bisogna "riflettere sull'esperienza avvenuta", tracciare un "bilancio di questi ultimi 20 anni e del ruolo che l'Occidente ha avuto in tutto il mondo arabo", ma ora occorre "guardare al futuro". Il ruolo che l'Europa è destinata a svolgere nella difesa dei diritti umani - assicura - sarà "decisivo", ma "sarà all'altezza" di questa sfida.
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