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Coronavirus in Italia, oltre 7000 nuovi casi. Rezza: mantenere prudenza e vaccinarsi

In terapia intensiva soprattutto non vaccinati

Economia, Salute e benessere
Coronavirus in Italia, oltre 7000 nuovi casi. Rezza: mantenere prudenza e vaccinarsi
(Teleborsa) - Sono 7.224 i nuovi contagi di Covid-19 registrati in Italia nelle ultime 24 ore a fronte di poco più di 220 mila tamponi effettuati, tra antigenici e molecolari con la percentuale di positività al 3,27%. Quarantanove le vittime registrate in un giorno. Questi i numeri del bollettino di oggi, venerdì 20 agosto, diffuso come ogni giorno dal Ministero della Salute per aggiornare la situazione coronavirus nel nostro Paese.

Sono 74.914.719 le dosi di vaccino somministrate in Italia, il 92,3% del totale di quelle consegnate, pari finora a 81.203.504 (nel dettaglio 57.137.733 Pfizer/BioNTech, 10.083.716 Moderna, 12.023.357 Vaxzevria-AstraZeneca e 1.958.698 Janssen). Le persone che hanno completato il ciclo vaccinale sono 36.137.715, il 66,91% della popolazione over 12. E' quanto si legge nel report del commissario straordinario per l'emergenza sanitaria aggiornato alle 17:46 di oggi.

"Mantenere comportamenti prudenti", soprattutto nei casi in cui si creano "aggregazioni" e "correre a vaccinarsi". Questa la sollecitazione rivolta dal direttore generale della prevenzione del ministero della Salute, Gianni Rezza, dopo la diffusione degli ultimi dati della cabina di regia per il monitoraggio sulla pandemia in Italia. "Il tasso di incidenza dei casi Covid è stabile - ha sottolineato - intorno ai 74 casi per 100mila abitanti. Diminuisce leggermente l'Rt, sempre al di sopra dell'unità, intorno a 1,1%. Il tasso di occupazione dei posti in area medica e in terapia intensiva è di 6,2 e 4,5, con un aumento rispetto alla scorsa settimana particolarmente sensibile in alcune regioni e, soprattutto, riguarda persone non vaccinate".

Contrariamente a quanto si ipotizzava, tutta Italia resta in zona bianca, Sicilia compresa: da giorni osservata speciale, ma l’isola si è “salvata” rispetto al parametro delle terapie intensive grazie all’incremento della disponibilità dei posti letto, che le ha consentito di rimanere, di pochissimo, sotto la soglia del 10% di occupazione necessaria per passare in zona gialla.


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