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Visco: ripresa più elevata del previsto, PIL 2021 attorno a +6%

Successo PNRR dipende da come affronterà nodi strutturali

Economia
Visco: ripresa più elevata del previsto, PIL 2021 attorno a +6%
(Teleborsa) - "Se l'andamento dell'economia continuerà a rivelarsi migliore delle previsioni sarà importante trarne vantaggio per ridurre il disavanzo", iniziando a risanare i conti pubblici. Questo il richiamo lanciato dal Governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco nel suo intervento alla Giornata del risparmio organizzata dall'Acri. "Il Governo - ha rilevato - programma di utilizzare larga parte dei margini di manovra derivanti dal miglioramento del quadro tendenziale per nuove misure espansive, delineate nel Documento programmatico di bilancio approvato due giorni fa, con effetti in parte permanenti sul disavanzo pubblico. Nei programmi governativi grazie alla più elevata crescita del prodotto il peso del debito diminuirebbe comunque più di quanto si prevedeva solo pochi mesi fa".





Con una gestione responsabile delle finanze pubbliche - ha spiegato Visco - l'Italia può accelerare la diminuzione del rapporto tra debito e prodotto, contenendo così una fonte rilevante di rischio". "Si potrà in questo modo dimostrare che un temporaneo e ampio sostegno all'economia favorito da politiche comuni, se ben indirizzato a rimuovere gli ostacoli alla crescita, non è in contrasto ma può anzi rafforzare la stabilità dell'area dell'euro, con benefici per tutti i Paesi membri e in particolare - ha concluso - per la nostra società e la nostra economia".

"Nel corso di quest'anno, con il successo della campagna di vaccinazione e il perdurante sostegno delle politiche economiche, l'attività produttiva è ripresa a ritmi più elevati di quanto atteso", prosegue Visco. "Anche grazie alla capacità competitiva riconquistata dal Paese negli ultimi anni, le esportazioni hanno beneficiato del deciso riavvio degli scambi mondiali; i consumi delle famiglie sono stati favoriti dal progressivo miglioramento delle condizioni sanitarie; gli investimenti delle imprese hanno mostrato un rafforzamento ciclico ben più marcato che nei piu' recenti episodi recessivi. Nel 2021 la crescita del prodotto dovrebbe collocarsi attorno al 6 per cento - ha detto - il rapporto tra il debito pubblico e il Pil si ridurrebbe già quest'anno, con un netto miglioramento rispetto alle previsioni formulate solo pochi mesi fa". "E' uno scenario che resta fortemente dipendente dal mantenimento di un sostanziale sostegno da parte delle politiche economiche che, rispetto alla fase di emergenza, può essere più mirato e soprattutto volto a stimolare il potenziale di offerta dell'economia. Si tratta - ha proseguito Visco - di sviluppi che inducono a un cauto ottimismo sulla velocità di uscita dalla crisi e che prefigurano un rapido recupero dei livelli di attività pre-pandemici, pur se con non trascurabili differenze settoriali e distributive. Pesano tuttavia rischi di natura globale connessi, in particolare, con i ritardi nell'andamento delle vaccinazioni in molti paesi emergenti e in via di sviluppo". "Sono emerse inoltre, anche nell'area dell'euro, difficoltà nell'approvvigionamento di materie prime e di beni intermedi, in parte dovute proprio alla rapidità della ripresa, con forti aumenti nei prezzi dell'energia, in particolare del gas. Gli effetti delle strozzature di offerta, che cominciano a sentirsi anche in Italia, sono da valutare come temporanei, anche se potrebbero pesare sulla produzione e sui prezzi più a lungo di quanto inizialmente atteso".

"Un fondo di ammortamento" europeo, che ritiri i titoli di Stato nazionali "emettendo titoli europei" e che includa "almeno il debito contratto da tutti i paesi membri negli ultimi due anni per far fronte agli effetti della pandemia". Questa la proposta lanciata dal governatore della Banca d'Italia. Al di là del giusto piano di rilancio NextGenEU, basato su emissioni comuni "la pandemia - ha spiegato Visco - ha ulteriormente mostrato i limiti degli attuali assetti europei, che non prevedono una capacità di bilancio comune. Una tale capacità, sufficientemente ampia e con la possibilità di ricorrere all'indebitamento per finanziare progetti di investimento o l'attivazione di ammortizzatori sociali e programmi di welfare comuni, permetterebbe di affiancare una politica di bilancio europea all'azione della politica monetaria nel contrasto di shock economici di vasta portata".

"Dallo scoppio della pandemia i depositi di famiglie e imprese presso le banche sono aumentati di oltre 200 miliardi. L'incremento ha riflesso sia le restrizioni alla mobilità imposte per ridurre i contagi, sia la forte incertezza sulle prospettive economiche, fattori che hanno accresciuto il risparmio precauzionale e frenato l'accumulazione di capitale". "Parte di questa liquidità - prosegue Visco - diminuirà, fisiologicamente, con il ritorno alla crescita di consumi e investimenti; ne abbiamo visto i primi segnali nei mesi scorsi - ha detto - con un rallentamento dei depositi e il calo della propensione al risparmio, ancora tuttavia superiore ai livelli pre-pandemici".

In Italia "vanno create le condizioni affinchè il risparmio, non solo nazionale, possa trovare adeguati sbocchi negli investimenti privati; così pure le risorse pubbliche, comprese quelle europee, vanno impiegate per porre solide basi per il ritorno su un sentiero stabile di crescita sostenuta".



Finora la qualità dei prestiti bancari non ha risentito della crisi, anche grazie alle misure di sostegno e alla ripresa dell'attività economica, ma "dalla fine del 2019 l'ammontare di finanziamenti per cui le banche hanno registrato un significativo aumento del rischio di credito (quelli classificati nello 'stadio 2' della gerarchia prevista dal principio contabile Ifrs 9) è tuttavia cresciuto del 40 per cento. E' anche alla luce di questi sviluppi che sollecitiamo gli intermediari a continuare a valutare attentamente le prospettive delle imprese affidate e ad effettuare accantonamenti prudenti e tempestivi".

Quanto al Piano nazionale di ripresa e resilienza "sosterrà la ripresa nel breve termine, ma il suo successo si misurerà dalla capacità di affrontare i nodi strutturali che frenano la crescita e di mobilitare le risorse private che da troppo tempo stentano a trovare impiego nel nostro sistema produttivo", avverte Visco. "Gli interventi sulle infrastrutture materiali e immateriali, insieme con l'ambizioso programma di riforme che il Paese si è impegnato a realizzare, possono ampliare le opportunità d'investimento privato, accrescendo l'efficienza e la redditività del capitale. L'efficace esecuzione del Piano - ha proseguito - potrà alimentare la fiducia delle imprese sulla possibilità di intraprendere un sentiero di crescita e di domanda sostenute e così favorire un ritorno degli investimenti su livelli strutturalmente piu' elevati". "Sarà altrettanto importante che i programmi di espansione e di innovazione tecnologica delle imprese, oggi alla ricerca di nuovi equilibri a seguito della pandemia, possano contare su una forza lavoro qualificata, adeguata al nuovo contesto produttivo. Il Piano - ha rilevato Visco - prevede numerosi interventi volti a migliorare la qualità dell'istruzione pubblica, ma molto possono fare le stesse aziende puntando con più decisione sulla formazione delle risorse umane".

"Anche in questa prospettiva, va favorita la loro crescita dimensionale in modo che raggiungano la scala necessaria per sostenere i costi degli investimenti in conoscenza necessari per avvicinarsi alla frontiera tecnologica. Le politiche a sostegno della transizione ecologica e digitale, che sono alla base della strategia europea, offriranno forti stimoli a rinnovare i sistemi produttivi, con l'adozione di nuove tecnologie - detto il governatore - lo sviluppo di nuove produzioni e l'investimento sulle competenze necessarie ad affrontare il cambiamento". "Si è aperta una finestra di opportunità per innalzare la qualità del sistema produttivo e dell'azione pubblica, sui livelli necessari al rilancio della produttività. E' da quest'ultima che dipendono, in definitiva, le prospettive di crescita di più lungo periodo, soprattutto in un paese, come l'Italia - ha concluso Visco - che dovrà affrontare un declino marcato della popolazione in età da lavoro già dalla fine di questo decennio".
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