(Teleborsa) - "Sono state
avviate interlocuzioni con la Commissione europea per ottenere una proroga adeguata e non allo stato quantificabile". Lo ha detto il
direttore generale del Tesoro, Alessandro Rivera, nel corso di un'audizione alle commissioni congiunte Finanze di Camera e Senato sul dossier Banca
MPS.
"A prescindere dalla tempistica della soluzione
la privatizzazione costituisce un punto d'arrivo necessario" - ha aggiunto Rivera - assicurando che il
MEF "continuerà a garantire che la banca sia gestita in modo efficiente e che rimanga patrimonialmente solida". Le strategie - ha detto - "rimangono incentrate sulla valorizzazione della partecipazione statale, la salvaguardia del valore storico della banca e dei suoi livelli occupazionali e sull'ulteriore rafforzamento del sistema bancario italiano".
Secondo Rivera per MPS è necessario "
procedere a un rafforzamento della struttura patrimoniale della banca mediante un'
operazione che sappia convincere il mercato, sulla base di un piano solido e credibile che dimostri che la banca saprà cogliere le opportunità che deriveranno dalla revisioni degli impegni" con la UE "e risponda in modo rassicurante ai risultati degli stress test" pubblicati a luglio dall'EBA.
MPS - ha detto ancora il direttore generale del Tesoro - non ha "ottenuto il pieno raggiungimento degli obiettivi" di riduzione dei costi concordati con la UE con il piano di ristrutturazione del 2017. L'istituto ha "
progressivamente ridotto" il numero dei dipendenti verso l'obiettivo fissato dalla Commissione UE per il 2021, pari a 20.065 unità, "subendo tuttavia un rallentamento negli ultimi due anni" a causa di una "redditività sotto le attese che ha reso disponibili minori risorse per sostenere i costi di riduzione del personale" mentre "
la pandemia ha ulteriormente aggravato questo scenario".
Quanto alle
trattative con Unicredit per la cessione di MPS, Rivera ha affermato: "
Avevamo una scadenza nota, ma non eravamo costretti a chiudere. Non credo che il Tesoro si trovasse in una condizione di debolezza. L'obbligo e l'impegno che avevamo era per chiudere l'operazione entro il 31 dicembre di quest'anno, ma a condizioni di mercato. Quindi se le condizioni di mercato non ci sono, noi non concludiamo e, non siamo costretti a farlo".