(Teleborsa) - Dopo aver raggiunto il 3,4 per cento a settembre, l'
inflazione nell'
area Euro "dovrebbe aumentare ulteriormente" e "la fase di rialzo durerà più a lungo di quanto inizialmente atteso, ma si prevede che nel corso del prossimo anno si riduca". È quanto si legge nel consueto bollettino economico della
Banca Centrale Europea che non modifica il quadro di valutazioni sul
carovita che ha mantenuto negli ultimi mesi, nonostante i continui aumenti dei prezzi. Secondo la BCE l'accelerazione "riflette in ampia misura la combinazione di tre
fattori". In primo luogo, i rincari sull'
energia, specialmente petrolio, gas e elettricità. "A settembre la
componente energetica ha inciso sull'inflazione complessiva per circa la metà", ha rilevato l'istituzione monetaria. Secondo fattore, "i prezzi stanno aumentando anche perché la
ripresa della
domanda riconducibile alla riapertura dell'economia sta superando l'offerta". Infine, ci sono gli effetti di base legati al venir meno della
riduzione dell'
Iva in Germania che continuano a contribuire all'incremento dell'inflazione.
Secondo la BCE, "l'
impatto di questi tre fattori dovrebbe ridimensionarsi nel corso del
2022, oppure non essere più incluso nel calcolo dell'inflazione sui dodici mesi". Ma l'istituzione rileva anche che le aspettative di inflazione a più lungo termine si sono avvicinate al suo obiettivo del 2%.
In
Italia e in
Germania il numero degli
occupati resta "ben al di sotto dei livelli antecedenti la pandemia", mentre in
Francia si colloca in prossimità dei livelli pre-pandemia e in Olanda è a un livello nettamente più elevato. Nel bollettino economico si spiega che gli andamenti dell'offerta di lavoro nei maggiori paesi dell'area dell'euro sono stati "piuttosto eterogenei". "Questa eterogeneità – ha aggiunto l'Istituzione – potrebbe essere riconducibile a diversi fattori. In primo luogo, i vari paesi si trovano in fasi diverse del processo di
invecchiamento della popolazione e in alcuni di essi la popolazione in età lavorativa è già in diminuzione (ad esempio, in Germania), mentre in altri è ancora in aumento (ad esempio, in Spagna). In secondo luogo, il tasso di
partecipazione alle forze di lavoro varia considerevolmente a seconda dei
gruppi demografici, quindi un cambiamento nella struttura della popolazione in età lavorativa può incidere sulle forze di lavoro in termini aggregati".
Nell'area Euro la
ripresa prosegue "vigorosa, sebbene a un ritmo in certa misura più moderato" e la BCE si attende che il PIL "superi il livello su cui si collocava prima della
pandemia entro la fine dell'anno". Nel bollettino economico, l'istituzione monetaria ha rilevato che "la stretta della pandemia sull'economia si è allentata visibilmente, a fronte dell'elevato numero di persone attualmente vaccinate" e che "questa evoluzione sostiene la
spesa per
consumi, in particolare nei settori del tempo libero, della ristorazione, dei viaggi e dei trasporti". "Nei prossimi mesi, però, i rincari dei beni energetici potrebbero ridurre il
potere di acquisto", ha aggiunto.
Guardando ai possibili
rischi, "la ripresa continua a dipendere dall'andamento della
pandemia e dagli ulteriori progressi nelle
vaccinazioni. Il Consiglio direttivo ritiene che i rischi per le prospettive economiche siano sostanzialmente bilanciati. Nel
breve periodo le strozzature dal lato dell'offerta e l'incremento dei prezzi dell'energia rappresentano i principali rischi per il ritmo della ripresa e per le prospettive di inflazione. Il protrarsi delle carenze dell'offerta e dei più elevati prezzi dell'energia potrebbe rallentare la ripresa". "Allo stesso tempo, se le persistenti strozzature si traducessero in
aumenti salariali maggiori del previsto, o se l'economia tornasse più rapidamente alla piena
capacità produttiva, le pressioni sui prezzi potrebbero accentuarsi. Tuttavia – ha concluso la BCE – l'attività economica potrebbe superare le attuali aspettative se i consumatori, grazie all'accresciuta
fiducia, risparmiassero meno rispetto alle attese correnti".