(Teleborsa) -
Cala il deficit pubblico nel terzo trimestre, per effetto di un aumento delle entrate, che ha più che compensato l’aumento delle uscite. E' quanto emerge dall'ultimo rapporto dell'Istat, che che rileva un deficit
al 6,2% del PIL rispetto al 9,8% del terzo trimestre 2020.
Il
saldo primario (indebitamento al netto degli interessi passivi) è risultato negativo, con
un’incidenza sul PIL pari a -2,9% (-6,4% nel terzo trimestre del 2020), mentre il
saldo corrente ha avuto un’incidenza sul PIL del
-2% (-4,2% nel terzo trimestre del 2020).
La
pressione fiscale è stata pari
al 41%, in aumento di 2 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Il
reddito disponibile delle famiglie consumatrici è
aumentato dell’1,8% rispetto al trimestre precedente, a fronte di
consumi che sono
cresciuti del 3,6%. La propensione al risparmio invece è scesa di 1,6 punti attestandosi all’11%, pur restano su livelli elevati rispetto al periodo pre-Covid.
Il
potere d’acquisto è cresciuto
dell'1,2% rispetto al trimestre precedente, a fronte di un aumento dello 0,6% del deflatore implicito dei consumi finali delle famiglie.
La
quota di profitto delle società non finanziarie, stimata al
42,8%, è aumentata di 0,3 punti percentuali rispetto al trimestre precedente, mentre il
tasso di investimento, pari al 21,5%, è diminuito di 0,7 punti percentuali rispetto al trimestre precedente, registrando un calo per il secondo trimestre consecutivo.
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