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Arte, Roma chiama Milano: in mostra i favolosi anni '60 e '70

Promossa dalla Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale e realizzata da Poema, in collaborazione con l’Auditorium Conciliazione

Cultura, Economia
Arte, Roma chiama Milano: in mostra i favolosi anni '60 e '70
(Teleborsa) - Dare vita a un dialogo tra Roma e Milano, in un omaggio e uno scambio di sollecitazioni tra i due grandi poli dell’arte in Italia negli anni del boom economico e della rinascita dell’Italia: dal 28 settembre a Roma, all’Auditorium Conciliazione, aprirà al pubblico una grande mostra che omaggerà la straordinaria stagione dell’arte a Milano tra gli anni Sessanta e Settanta del Ventesimo secolo, un momento di splendido fervore che ha dato vita a una vera e propria rivoluzione delle visioni e delle forme espressive in cui l’opera d’arte si è trasformata radicalmente nel suo assetto teorico e nella sua natura fisica.



La mostra - promossa dalla Fondazione Terzo Pilastro - Internazionale, presieduta da Emmanuele F. M. Emanuele e realizzata da Poema in collaborazione con l’Auditorium Conciliazione - ripercorrerà così le fasi più innovative delle avanguardie a Milano tra gli anni Sessanta e Settanta.

Quattro sezioni, più trenta opere dei maggiori protagonisti dell’arte a Milano di quegli anni, riletta con attenzione nella sua complessità e nelle sue diverse tendenze e declinazioni, per una panoramica accurata e rigorosa che metterà bene in evidenza le compresenze, le divergenze, le commistioni e le comunanze di sguardi di un periodo di grande e felice creatività.


"Sono molto lieto di tornare a proporre una mostra sull’arte italiana degli anni ’60 e ’70 del secolo scorso, dopo quella realizzata lo scorso anno a Roma presso la Galleria Monogramma a via Margutta e dedicata alla “Scuola di Piazza del Popolo”, dice Emmanuele F. M. Emanuele, Presidente della Fondazione Terzo Pilastro che spiega: Milano in quegli anni era il fulcro dell’Avanguardia internazionale in cui prendevano forma movimenti e tendenze, dallo Spazialismo all’Arte Nucleare. Non a caso essa era caratterizzata da una forte animazione per così dire più “scientista”, in cui gli artisti, che ne proclamavano la primazia attraverso un serrato confronto con le Avanguardie europee, si connotavano per una visione molto soggettiva della loro creatività: penso a Enrico Baj, Roberto Crippa, Gianni Dova, Ugo Nespolo. Inoltre, mentre gli artisti dell’area romana – Mario Schifano, Franco Angeli, Tano Festa, Renato Mambor e altri – apparivano maggiormente in dialogo con la Pop Art americana (forse anche per lo speciale rapporto della Capitale con gli Stati Uniti, alimentato dal boom del cinema che fece di Cinecittà “Hollywood sul Tevere”), Milano era più in sintonia con il contesto artistico europeo, in particolare con Francia, Belgio e Inghilterra. Le sperimentazioni e l’innovazione di cui gli artisti attivi in quel periodo sulla piazza milanese si fecero portatori hanno rappresentato una svolta culturale non soltanto italiana e segnato indelebilmente un’epoca, rispetto alla quale ancora oggi non me ne sovviene un’altra che possa reggere il confronto".

In occasione della mostra sarà pubblicato un catalogo Gangemi editore, con testi di Emmanuele Emanuele, Enrico Lombardi, Lorenzo Canova, Alberto Dambruoso e Guglielmo Gigliotti.
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