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Istat conferma inflazione ai massimi. Preoccupa impatto su consumi

Economia
Istat conferma inflazione ai massimi. Preoccupa impatto su consumi
(Teleborsa) - L'inflaizone in Itala ha registrato un rallentamento a novembre (+0,5%), ma il tasso tendenziale resta ai massimi dal 1984, confermandosi sui livelli del mese scorso all'11,8%. E' quanto annunciato stamattina dall'Istat, ma i dato sono stati accolti con una certa preoccupazione sia dalle associazioni dei consumatori sia dalla filiera delle imprese del commercio e grande distribuzione.

Consumatori: in Natale in bianco per gli italiani

"Una catastrofe! Una sciagura! Il fatto che l'inflazione tendenziale non salga ulteriormente, non deve trarre in inganno. E' solo un'illusione ottica, un miraggio destinato a sparire esattamente domani mattina", commenta l'Unione Nazionale Cnsumatori (UNC), facendo cenno alla riduzione i 10 centesimi del taglio delle accise deciso dal governo Meloni (che sale a 12,2 centesimi con l'Ilva).

"E' evidente che in queste condizioni avremo un Natale in bianco, una gelata sui consumi, vista la stangata che stanno già pagando le famiglie per colpa dei rincari di novembre", afferma l'UNC ricordando che l'aumento dell'inflazione corrisponde, per una coppia con due figli, ad un aumento del costo della vita di 3.968 euro su base annua, di cui 2125 per abitazione, elettricità e combustibili, 1084 per il solo carrello della spesa. Per una coppia con 1 figlio, la spesa aggiuntiva annua è pari a 3.682 euro.

Commercio: consumi in frenata e incertezza sul 2023

"Per oltre un anno le imprese della Distribuzione Moderna hanno fatto i conti con una spinta inflattiva che hanno in parte contrastato: lo sforzo economico messo in campo per difendere il potere d’acquisto degli italiani, soprattutto delle fasce a reddito più basso, è stato ingente", sottolinea Carlo Alberto Buttarelli, Direttore Ufficio Studi e Relazioni con la Filiera di Federdistribuzione, ricordando che questo ha messo sotto pressione i margini delle imprese per l'effetto congiunto del caro-bollette.

"Stiamo registrando una frenata a volume dei consumi, sia nel settore food che nel non-food, primi segnali di un andamento delle vendite per il periodo natalizio, che saranno sottotono per 3 italiani su 5", prosegue Buttarelli, facendo cenno ad una rilevazione condotta da Ipsos per Federdistribuzione, sul sentiment dei consumatori.

Dall’indagine emerge anche che 8 italiani su 10 si dichiarano preoccupati per l’impatto dell’inflazione sul proprio bilancio familiare e per arginarlo stanno già adottando differenti strategie d’acquisto. Per quanto riguarda i prodotti alimentari, 4 italiani su 10 sono più attenti a limitare gli sprechi e comprano solo lo stretto necessario, oltre un terzo ha ridotto i consumi o cerca soluzioni più economiche a parità di prodotti. Anche per quanto riguarda il comparto dell’abbigliamento e delle calzature quasi 4 italiani su 10 hanno ridotto gli acquisti.

Le previsioni per i primi mesi del 2023 indicano un’ulteriore frenata dei consumi, influenzata da un livello di inflazione che si manterrà ancora su livelli elevati e dalla conseguente incertezza che ne deriva. Un effetto che impatta in particolar modo, ma non esclusivamente, le fasce di reddito più basse.
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