(Teleborsa) - Il dollaro statunitense si avvia verso la peggior settimana degli ultimi quattro mesi, penalizzato dalle attese di ulteriori mosse accomodanti da parte della
Federal Reserve e dalle pressioni politiche per un taglio dei tassi di interesse. La chiusura, oggi, dei mercati americani per il Thanksgiving ha reso i movimenti più volatili, mentre lo yen ha guadagnato terreno grazie al tono più aggressivo della
Bank of Japan.
L’indice del dollaro, sceso dello 0,54% su base settimanale, ha perso slancio dopo i massimi di sei mesi e gli esperti di UBS invitano gli investitori a rivedere l’allocazione valutaria, privilegiando euro e dollaro australiano.
Sul fronte europeo,
l’euro ha ceduto a 1,1581 dollari, condizionato dalle incertezze sui negoziati di pace in
Ucraina, mentre il franco svizzero resta sostenuto dal suo ruolo di valuta rifugio.
In controtendenza le
divise oceaniche: il dollaro neozelandese ha toccato i massimi di tre settimane dopo segnali di fine ciclo di tagli da parte della
Reserve Bank of New Zealand, mentre quello australiano ha beneficiato di dati sull’inflazione e rendimenti obbligazionari ai vertici del G10.
Lo
yuan, infine, è rimasto stabile a 7,08 per dollaro grazie agli interventi della banca centrale cinese.
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