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Plusvalenze, Juventus perde il 2,45%: bruciati quasi 20 milioni di market cap

Pubblicata sentenza di 36 pagine con motivazioni penalizzazione di 15 punti. Corte Figc: "Illecito grave, ripetuto e prolungato"

Finanza, Sport
Plusvalenze, Juventus perde il 2,45%: bruciati quasi 20 milioni di market cap
(Teleborsa) - La Juventus perde il 2,45% a Piazza Affari, dopo che la Corte federale della Figc ha pubblicato le motivazioni che hanno determinato la penalizzazione da 15 punti per la squadra guidata da Max Allegri a causa del "sistematico" ricorso alle plusvalenze. Le azioni del club scivolano a 0,2946 euro, contro i 0,302 di venerdì sera, e si bruciano quasi 20 milioni di euro di capitalizzazione. In un mese la Juventus ha perso l'8,4% del suo valore.

Per spiegare per le motivazioni della sentenza che hanno inflitto il -15 alla Juventus sul caso plusvalenze, prosciogliendo invece tutti gli altri club coinvolti, alla Corte federale d'appello della Federcalcio sono servite 36 pagine. Alla base – si legge nella sentenza – vi è un "illecito grave, ripetuto e prolungato" e una "mole probatoria impressionante".

A supporto della tesi della Procura a sostegno della riapertura del processo sulle plusvalenze – scrive la Corte d'Appello – vi sono dei "nuovi fatti". "È indiscutibile – si legge nella sentenza – che il quadro fattuale determinato dalla documentazione trasmessa dalla Procura della Repubblica di Torino alla Procura federale, e da questa riversata a sostegno della revocazione, non era conosciuto dalla Corte federale al momento della decisione revocata e, ove conosciuto, avrebbe determinato per certo una diversa decisione. Esattamente secondo quanto previsto dall'art. 63, comma 1, lett. d), del Codice di Giustizia Sportiva. E si tratta di un quadro fattuale sostenuto da una impressionante mole di documentazione probatoria". La conclusione è categorica: "I bilanci della FC Juventus S.p.A. (cui Consob si riferisce) semplicemente non sono attendibili".

La Corte d'Appello è andata oltre le richieste della procura federale, passando dal meno 9 al meno 15, perché "tenuto allora conto dei precedenti che hanno riguardato alterazioni contabili protratte per più esercizi ovvero di rilevanti dimensioni ed intensità (che in passato hanno portato a penalizzazioni di valore oscillante ma, in taluni casi, anche significative), si ritiene necessario rideterminare la sanzione rispetto alle richieste della Procura federale". Determinante nella decisione della Corte il fatto che "la documentazione proveniente dai dirigenti del club con valenza confessoria e dai relativi manoscritti, le intercettazioni inequivoche e le ulteriori evidenze relative a interventi di nascondimento di documentazione o addirittura manipolatori delle fatture".

"Il fatto nuovo che prima non era noto è proprio l'avvenuto disvelamento della intenzionalità sottostante all'alterazione delle operazioni di trasferimento e dei relativi valori. Il fatto nuovo – come è stato efficacemente sottolineato dalla Procura federale – è l'assenza di un qualunque metodo di valutazione delle operazioni di scambio e, invece, la presenza di un sistema fraudolento in partenza (quanto meno sul piano sportivo) che la Corte federale non aveva potuto conoscere e alla luce del quale la decisione deve essere diversa da quella qui revocata".

"Diventano – scrive la Corte – rilevanti le operazioni di nascondimento operate da alcuni dirigenti della Juventus che si sono spinte sino ad intervenire correggendo a penna le fatture ricevute dalla controparte per non far emergere la natura permutativa dell'operazione compiuta". E il famoso "libro nero" di Fabio Paratici "costituisce un elemento oggettivo non equivocabile. Tanto più tenuto conto della circostanza (e vi si tornerà oltre più diffusamente) che scopo del processo sportivo non è, evidentemente, inferire la consumazione di eventuali fattispecie di illecito a carattere penalistico. Oggetto di giudizio è solo la violazione delle norme sportive". Inoltre, "rilevantissime sono poi le intercettazioni telefoniche o ambientali (e le acquisizioni documentali) citate dalla Procura federale".

Quanto alle altre società assolte si dice che "il sospetto che eventualmente può inferirsi con riguardo alle suddette società non è sufficiente a determinare una condanna. Venendo ora al merito del giudizio rescissorio, appare inevitabile – spiega la Corte – tenere distinte le posizioni riguardanti la Juventus rispetto alle altre squadre. La ragione della necessaria distinzione di merito riposa, ed è considerazione sin troppo ovvia, nella circostanza che la Juventus e i relativi amministratori e dirigenti sono stati oggetto di diffuse e ripetute evidenze dimostrative prodotte dalla Procura federale. Evidenze che connotano un canone di comportamento sistematico e non isolato".

Una decisione che troverà l'opposizione della società bianconera al Collegio di Garanzia presso il Coni.






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