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Bankitalia, Visco: "No a vane rincorse prezzi-salari. Assorbire caro energia"

L'intervento di saluto del governatore della Banca d'Italia alla XIV Conferenza di ministero degli Esteri e Banca d'Italia con i Delegati e gli Addetti finanziari accreditati all'estero

Economia
Bankitalia, Visco: "No a vane rincorse prezzi-salari. Assorbire caro energia"
(Teleborsa) - "La 'tassa' energetica va assorbita, come abbiamo più volte sottolineato, non generando vane e dannose rincorse tra prezzi e salari ma accrescendo la capacità di sviluppo dell'economia, e con essa la dinamica dei redditi reali". È quanto ha ribadito il governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco nel suo intervento di saluto alla XIV Conferenza di ministero degli Esteri e dell'istituzione monetaria con i Delegati e gli Addetti finanziari accreditati all'estero. "Se invece le richieste retributive, più che mirare in avanti, fossero soprattutto guidate dalla volontà di recuperare nell'immediato le perdite dovute al rincaro dei prodotti energetici e se i profitti delle imprese, dopo il trasferimento sui prezzi finali degli straordinari aumenti del costo dell'energia, non ne riflettessero nei prossimi mesi il drastico recente ridimensionamento, la politica monetaria – ha spiegato Visco – non potrebbe che continuare a contrastare gli effetti di questi comportamenti sul complesso dei prezzi al consumo. Come ho di recente più volte ricordato, il perseguimento della stabilità monetaria, responsabilità primaria della banca centrale, è tanto meno oneroso quanto più nella stessa direzione si muovono gli interventi delle politiche di bilancio e gli intendimenti delle parti sociali".



Lo scenario tracciato da Visco vede "un periodo di acuta incertezza" nel quale "l'attività economica globale continua ad attraversare una fase di debolezza, mentre la crescita dei prezzi è tornata su livelli che nei paesi avanzati non vedevamo da quarant'anni". E pur ricordando il recente calmieramento dei prezzi dell'energia, "l'incertezza sulle forniture – ha avvertito il governatore di Bankitalia – rimane tuttavia elevata e non si può escludere che ulteriori sviluppi negativi di natura geopolitica possano determinare nuovi, marcati, rincari, oltre che per il gas naturale, per il petrolio e suoi derivati".

"La transizione energetica, oggetto della Conferenza odierna, è un tema centrale nell'agenda internazionale, tanto più alla luce della gravissima situazione geopolitica in cui ci troviamo. Oggi, a seguito della tragica aggressione all'Ucraina, – ha detto Visco – siamo chiamati ad affrontare uno shock energetico che richiama alla memoria le crisi petrolifere degli anni Settanta. L'inflazione è così tornata a condizionare le vite dei cittadini italiani ed europei, un fenomeno che avevamo dimenticato da diversi anni. Se, da un lato, aumentano i costi di produzione delle imprese e si riduce il potere d'acquisto delle famiglie, dall'altro – ha rilevato Visco – gli interventi di sollievo per chi è maggiormente colpito e la necessaria risposta volta ad accrescere nell'immediato la diversificazione delle fonti di energia rischiano di rallentare il perseguimento dell'obiettivo di una rapida transizione verso le energie rinnovabili. Allo stesso tempo, le crescenti tensioni internazionali rischiano di riproporre nuove divisioni del mondo in blocchi contrapposti. Ciò danneggerebbe seriamente la nostra capacità di affrontare i grandi problemi globali, dal cambiamento climatico agli squilibri demografici, dalla povertà estrema alle pandemie. Per farvi fronte con successo, e per contenere le difficoltà connesse sul piano sociale ed economico con la transizione digitale come con quella energetica, non si può che mirare a tenere alto e costruttivo lo scambio di idee e conoscenze. Bisogna quindi – ha detto il governatore – operare perché resti equilibrata ed intensa la cooperazione tra i paesi".

Secondo Visco vi sono delle differenze di rilievo alla base dell'alta inflazione in Usa ed Europa. Nel Vecchio Contenente, in particolare "è principalmente il risultato di shock da offerta: alle pressioni sui prezzi, già registrate nel 2021 anche a causa delle strozzature nelle catene globali del valore, si sono aggiunti i rincari energetici determinati dalle crescenti tensioni geopolitiche, culminate con l'invasione dell'Ucraina. Oltre ai rincari – ha spiegato Visco – si è assistito a un significativo incremento della volatilità alimentato soprattutto dalla dinamica del prezzo del gas, cresciuto drasticamente, fino al picco di quasi 350 euro per megawattora toccato la scorsa estate, per poi iniziare a calare, fino a scendere al di sotto dei 50 euro, su valori comunque ancora pari a circa tre volte quelli prevalenti alla vigilia della pandemia. La diminuzione è stata favorita dalla ricostituzione delle scorte e dalla riduzione dei consumi in un inverno fortunatamente mite. L'incertezza sulle forniture rimane tuttavia elevata e non si può escludere che ulteriori sviluppi negativi di natura geopolitica possano determinare nuovi, marcati, rincari, oltre che per il gas naturale, per il petrolio e suoi derivati".

Il governatore della Banca d'Italia torna a invocare "prudenza" nella conduzione della politica monetaria della Bce, che pur dovendo continuare ad alzare i tassi di interesse dovrà cercare di farlo "senza mettere a rischio la stabilità finanziaria" e "minimizzando gli effetti negativi sull'ancora fragile ripresa". "L'accelerazione della crescita dei prezzi ha imposto, dalla fine del 2021, un deciso cambio di orientamento della politica monetaria della Banca centrale europea. Dapprima – ha detto Visco – abbiamo annunciato la riduzione degli acquisti netti di titoli. Nel corso del 2022 il processo ha necessariamente accelerato, evitando però variazioni eccessivamente brusche delle condizioni monetarie, anche alla luce dell'incertezza causata dall'invasione dell'Ucraina. Dal luglio scorso ad oggi, partendo da livelli particolarmente bassi, addirittura negativi per i depositi delle banche presso la banca centrale, i tassi di riferimento sono stati innalzati per complessivi 300 punti base ed è già stata espressa l'intenzione di accrescerli ancora di 50 punti nella riunione che terremo la prossima settimana. Anche se la politica monetaria ha finora avuto successo nello stabilizzare le aspettative, la grave situazione geopolitica rende molto difficile prevedere i futuri andamenti macroeconomici. La politica monetaria dovrà quindi continuare a muoversi con prudenza – ha avvertito il governatore di Bankitalia – facendosi guidare dai dati che via via si renderanno disponibili, in modo da riportare l'inflazione all'obiettivo del 2 per cento nel medio periodo, senza mettere a rischio la stabilità finanziaria e minimizzando gli effetti negativi sull'ancora fragile ripresa. Sarà però necessario evitare che lo shock di offerta, che il drammatico conflitto in Ucraina ha reso ben più persistente di quanto inizialmente previsto, dia luogo nel complesso dell'area dell'euro ad aumenti dei costi del lavoro e dei margini di profitto non coerenti con il ritorno in tempi sufficientemente rapidi all'obiettivo di stabilità dei prezzi".

Visco ha, inoltre, messo in guardia da "nuove forme di protezionismo" e dai rischi di "un ritorno alla frammentazione" tra le economie: avrebbero "costi ingenti". Bisogna evitare che "lo spirito di collaborazione che negli ultimi anni è stato alla base della globalizzazione venga drammaticamente meno". E per questo – ha spiegato il governatore – "occorre un grande sforzo di diplomazia, a tutti i livelli, politico, economico, finanziario. Non si può mancare di sottolineare che a livello globale, anche per evitare l'insorgere di nuove forme di protezionismo di cui sono evidenti i costi e incerti i benefici, è di certo necessario che vi siano in tutti questi ambiti, e perseguiti da tutti i paesi, trasparenza, piena compatibilità con il diritto internazionale e comprensione dei rischi connessi con un regresso forte nella cooperazione internazionale – ha sottolineato Visco –. I costi di un ritorno alla frammentazione delle nostre economie sarebbero ingenti; con riferimento alle sole restrizioni al commercio di beni e servizi, il Fondo monetario internazionale stima che esse potrebbero causare perdite fino al 7 per cento del PIL globale. Ma ci sono anche altri canali che verrebbero minati, quali la diffusione delle conoscenze, la mobilità della forza lavoro e dei capitali, le minori opportunità di diversificazione dei rischi. Soprattutto, in uno scenario di frammentazione, verrebbero a mancare le leve necessarie ad affrontare i grandi problemi globali della cui soluzione le tensioni geopolitiche che stiamo vivendo sembrano offuscare la necessità".





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