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Dall'UE ok a direttiva su taglio emissioni industriali. Italia: no a inclusione degli allevamenti

Economia
Dall'UE ok a direttiva su taglio emissioni industriali. Italia: no a inclusione degli allevamenti
(Teleborsa) - Il Consiglio dei ministri dell'Ambiente Ue ha approvato la nuova direttiva contro le emissioni industriali nonostante il no dell'Italia. I 27 a Bruxelles hanno infatti trovato un accordo di compromesso sul testo che per la prima volta copre anche gli allevamenti. Danimarca, Finlandia, Irlanda, Lussemburgo e Paesi Bassi hanno accettato tale compromesso ma hanno chiesto di mettere a verbale il loro disaccordo rispetto a soglie per gli allevamenti "che hanno ridotto di molto le ambizioni ambientali della direttiva". La Bulgaria si è astenuta, la Polonia ha dichiarato che non è disposta ad accettare ulteriori concessioni sull’allevamento e la Francia ha deciso di appoggiare il testo.



"Non possiamo accogliere il testo – ha detto il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin – perché le soglie per i bovini sono per noi inaccettabili". In linea con la posizione del ministro dell'Ambiente anche il titolare del del Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida: "le soglie indicate per i bovini rischiano di portare alla desertificazione di un settore produttivo primario in Europa. Queste iniziative basate su scelte ideologiche rischiano di portare aumenti dei costi di allevamento, a vantaggio della concorrenza dei Paesi extra-Ue che non avranno gli stessi vincoli".

Una posizione che è stata sostenuta da tutte le associazioni agricole del Paese. "Il voto di oggi al Consiglio della Ue non va nella direzione auspicata – ha dichiarato il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti – lavoreremo insieme al Parlamento europeo e al Copa Cogeca affinché, nella fase di discussione, riesca a modificare l'orientamento generale e arrivare a una decisione finale favorevole per le imprese e per il settore degli allevamenti". Per Ettore Prandini, presidente della Coldiretti, si tratta di una direttiva "ammazza- stalle", perché "equipara gli allevamenti alle fabbriche spingendoli alla chiusura". Se non adeguatamente contrastata, ha avvertito la Coldiretti, la proposta della Commissione "potrebbe portare alla perdita di posti di lavoro con la chiusura di molti allevamenti di dimensioni medio-piccole, minando la sovranità alimentare".

Infine, per il presidente di Fedagripesca, Carlo Piccinini, "la regolamentazione del settore zootecnico attraverso la proposta di direttiva sulle emissioni industriali è eccessiva e ingiustificata. La Commissione si è sempre difesa dalle critiche affermando che solo il 13% delle aziende agricole commerciali europee sarà oggetto della proposta. Invece, prendendo in considerazione i dati più recenti, si passa, in particolare per il pollame, dal 15% al 58% delle aziende agricole dell’Ue interessate e per gli allevamenti di suini dal 18% al 61%".
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