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OCSE conferma una ripresa fragile ma alza stime PIL

L'Organizzazione del G20 prevede ancora una inflazione elevata e su questa base presuppone che la poliitica monetaria resterà restrittiva nell'arco del biennio

Economia, Macroeconomia
OCSE conferma una ripresa fragile ma alza stime PIL
(Teleborsa) - L'OCSE rivede al rialzo le stime di crescita globale per il 2023 ed il 2024, migliorando le prospettive di crescita della UE e degli USA ed alzando più che proporzionalmente le previsioni per la Russia, che accuserà una recessione meno pronunciata di quanto previsto in precedenza. E' quanto emerge dall'Economic Outlook dell'OCSE di metà anno intitolato "A fragile Recovery".

Le stime di crescita mondiale sono state alzate dello 0,4% nel 2023 e dello 0,2% nel 2024, con un PIL indicato a +2,6% quest'anno ed a +2,9% il prossimo, che sconta ancora l'effetto di una politica monetaria restrittiva da parte delle banche centrali nelle principali economie.

Una ripresa che fa perno sul miglioramento delle previsioni per l'Eurozona a +0,8% nel 2023 e +1,5% nel 2024 e per gli Stati Uniti a +1,5% nel 2023 e +0,9% nel 2024. La crescita in Cina dovrebbe invece recuperare al 5,3% quest'anno ed al 4,9% il prossimo.

Da segnalare soprattutto l'incisivo miglioramento delle previsioni per la Russia, la cui economia si contrarrà in modo meno pronunciato del previsto: il PIL segnerà -2,5% quest'anno con una revisione al rialzo di 3,1 punti percentuali rispetto alla stima di novemnbre, e -0,5% nel 2024 (-0,3 punti percentuali rispetto al precedente report).

Fra le principali economie europee la Germania registrerà una crescita più alta pari allo 0,3% quest'anno ed all'1,7% il prossimo, la Francia dello 0,7% nel 2023 e dell'1,3% nel 2024, la Spagna dell'1,7% in entrambi gli anni. Previsioni su anche per l'Italia a +0,6% quest'anno e +1% nel 2024.

La Gran Bretagna è l'unico paese del continente a sperimentare una decrescita dello 0,2% quest'anno ed un recupero a +0,9% il prossimo.

Discorso diverso per l'inflazione: quella di fondo scenderà ma l'inflazione core rimarrà elevata, sostenuta da forti aumenti dei prezzi dei servizi, margini più elevati in alcuni settori e pressioni sui costi dovute a tensioni nei mercati del lavoro. L'inflazione dovrebbe moderarsi gradualmente nel 2023 e nel 2024, ma rimanere al di sopra degli obiettivi delle banche centrali fino alla seconda metà del 2024 nella maggior parte dei paesi.

L'inflazione primaria nelle economie del G20 dovrebbe scendere al 5,9% nel 2023 ed al 4,5% nel 2024, mentre l'inflazione core è attesa al 4% nel 2023 ed al 2,5% nel 2024. In particolare, l'Ocse ha rivisto al ribasso le previsioni di inflazione dell'Eurozona al 6,2% quest'anno ed al 3% il prossimo, mentre per gli USA si prevede un +3,7% nel 2023 ed un +2,5% nel 2024.

Il miglioramento delle prospettive è ancora fragile. I rischi sono diventati un po' più bilanciati - spiega l'OCSE - ma rimangono orientati verso il basso. L'incertezza sull'andamento della guerra in Ucraina e sulle sue conseguenze è la principale preoccupazione, mentre la direzione e la forza dei cambiamenti di politica monetaria è difficile da valutare e potrebbe mantenere vulnerabili i mercati finanziari.

Per l'OCSE, la politica monetaria dovrà rimanere restrittiva fino a quando non vi saranno chiari segnali che le pressioni inflazionistiche si sono ridotte durevolmente e sono necessari ulteriori aumenti dei tassi di interesse in molte economie, compresi gli Stati Uniti e l'Eurozona, dove è probabile che i tassi ufficiali rimarranno elevati per gran parte del 2024.

Il sostegno fiscale, volto a mitigare l'impatto della crescita dei prezzi dei beni alimentari ed energetici, deve concentrarsi maggiormente sui più bisognosi. Un migliore orientamento delle politiche di sostegno aiuterebbe a garantire la sostenibilità fiscale, preservare gli incentivi per ridurre il consumo di energia e limitare ulteriori stimoli alla domanda in un momento di alta inflazione.


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