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Scuola, titoli per insegnare conseguiti all'estero, dopo apertura scoppia nuova guerra tra precari promossa da sindacati

Economia, Scuola
Scuola, titoli per insegnare conseguiti all'estero, dopo apertura scoppia nuova guerra tra precari promossa da sindacati
(Teleborsa) - Si alzato un "polverone", con polemiche annesse, per la decisione presa dal ministero dell’Istruzione e del Merito di permettere ai docenti abilitati o specializzati al di fuori dell’Italia di stipulare contratti anche se inseriti con riserva nella prima fascia delle graduatorie provinciali per le supplenze, le Gps.

Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, "il problema non è continuare a punire chi ha conseguito il titolo all'estero ma sbloccare in Italia i corsi abilitanti e il limite all'accesso ai corsi di specializzazioni al TFA sostegno, fino ad oggi assolutamente inadeguati al fabbisogno, nonché l'assunzione in ruolo dei docenti già idonei, abilitati o specializzati nel nostro Paese, con il doppio canale e lo scorrimento e integrazione delle graduatorie. Anche perché non va dimenticato che ci sono più di mille ordinanze commissariali disposte dal Tar Lazio dopo l'adunanza plenaria del Consiglio di stato".

Alcuni sindacati, a seguito dell’apertura del ministro dell’Istruzione e del Merito alla possibilità di contrattualizzare coloro che hanno conseguito il titolo abilitante o di specializzazione all’estero, si sono subito scagliati contro questi supplenti scatenando una nuova ‘guerra’ tra precari. "Secondo noi invece – sostiene Pacifico - dovrebbero lottare per sbloccare questa situazione tutta italiana e che noi abbiamo tentato di sbloccare con una apposita azione legale. Il ministro Valditara riteniamo che a questo punto abbia il diritto, ma anche il dovere, di affrontare tutte e tre le questioni irrisolte che tengono bloccato il reclutamento degli insegnanti nel nostro Paese: i titoli conseguiti estero, quelli presi in Italia e quindi le assunzioni del personale", conclude il sindacalista Anief.
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