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Patto Stabilità, Meloni punge Bruxelles: "miope non considerare scenario cambiato”

Economia
Patto Stabilità, Meloni punge Bruxelles: "miope non considerare scenario cambiato”
(Teleborsa) - Nei giorni scorsi la Commissione Europea ha presentato la sua proposta per la riforma del Patto di Stabilità e Crescita, ovvero le regole di governance economica dell'Ue. Invariati i valori di riferimento del 3% e del 60% del PIL per il deficit e il debito. Al termine del piano sulla spesa concordato da ciascuno Stato per il medio termine (4 anni) il rapporto tra debito pubblico e PIL dovrà essere più basso.

Una proposta salutata senza troppo entusiasmo da Roma. Se infatti il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti ha definito la proposta legislativa di riforma della Commissione come "un passo avanti" che consentirà di non tornare al vecchio Patto, sospeso dall'inizio della pandemia grazie alla clausola di salvaguardia, non ha nascosto la delusione per la mancata regola della 'golden rule', per scomputare cioè dai conti gli investimenti strategici. "Noi avevamo chiesto con forza l'esclusione delle spese d'investimento, ivi incluse quelle tipiche del Pnrr digitale e green deal, dal calcolo delle spese obiettivo su cui si misura il rispetto dei parametri. Prendiamo atto che così non è", aveva detto.

Proprio in quest'ottica, sono arrivate anche le parole pronunciate ieri dalla Premier Meloni che ha incontrato il cancelliere federale della Repubblica d'Austria, Karl Nehammer. "Abbiamo parlato di come l'Europa debba lavorare per garantire la sicurezza anche in ambito economico. La pandemia e la guerra di aggressione russa hanno cambiato lo scenario e questo non può non essere tenuto in conto nel momento in cui andiamo a definire le nuove regole del patto di stabilità", ha detto il Presidente del Consiglio. "Rispetto alla proposta - ha aggiunto - vista della commissione pensiamo non si possano non tenere in considerazione gli investimenti per questo, sarebbe una scelta miope" inoltre "parlare di transizione verde digitale e poi non tener conto degli investimenti".

"Con l'Austria è essenziale una collaborazione assidua sia quella bilaterale sia nel consesso europeo: spesso stessa linea, stessa visione. S'è creato un feeling del quale sono molto contenta. Soffriamo ambedue la forte pressione migratoria e intendiamo collaborare di più. Insieme abbiamo chiesto un cambio di paradigma a difesa dei confini esterni", continua Meloni. "Ci sono questioni aperte, come il traffico pesante in Austria. Lavoriamo per una soluzione condivisa, e sono contenta delle aperture espressa dal Cancelliere". "Le nostre relazioni commerciali sono in crescita. Intendiamo intensificare queste infrastrutture. Sul tema dell'energia dobbiamo guardare avanti", ha concluso.

"Ci legano il passato e il presente concernente anche l'alleanza contro la criminalità e l'immigrazione illegale, le persone che fanno sfruttamento" dei migranti "questo colpisce entrambi i Paesi: l'Italia" non può essere "sotto scacco" e "su questo serve portare avanti nuove misure, un nuovo paradigma" e "procedimenti analoghi a quelli della Danimarca, sia noi che l'Italia", ha detto Nehammer al termine dell'incontro a Palazzo Chigi. "Grazie, sono contento che tu venga a Vienna", ha concluso rivolgendosi a Meloni nell'ottica di rinsaldare ancora l'asse.
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