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Ambiente, gas serra e cambiamenti climatici: la comunità scientifica europea si incontra a Lampedusa

Economia
Ambiente, gas serra e cambiamenti climatici: la comunità scientifica europea si incontra a Lampedusa
(Teleborsa) - Lampedusa ospita fino a giovedì 8 giugno l’evento ICOS Italy meets in Lampedusa, organizzato dall’Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Iret) e dall’ENEA. L’evento ha il duplice obiettivo di fare il punto sull’infrastruttura europea di ricerca ICOS (Integrated Carbon Observation System) e presentare risultati e prospettive del progetto “Potenziamento della Rete di Osservazione ICOS-Italia nel Mediterraneo”, finanziato dal Ministero dell’Università e della Ricerca (Mur) e avviato nel 2019. All’evento, in corso presso la sede dell’Area Marina Protetta delle Isole Pelagie, intervengono anche i presidenti di Cnr ed ENEA, Maria Chiara Carrozza e Gilberto Dialuce.

“Il progetto PRO-ICOS_Med aggiunge un tassello importante nella messa a punto di strategie di monitoraggio sempre più efficaci per lo studio del clima e dei cambiamenti in atto, non solo perché ha permesso di potenziare le infrastrutture nazionali, ma anche e soprattutto per le future connessioni con l’Infrastruttura di ricerca europea e con le componenti italiane di altre Infrastrutture ambientali: ne è un esempio il progetto Italian Integrated Environmental Research Infrastructures System (ITINERIS) finanziato nell’ambito del Pnrr, che ha l’obiettivo di creare sinergie tra i nodi italiani di varie infrastrutture ambientali europee ed amplificarne i risultati scientifici e le ricadute”, ha dichiarato la Presidente del Cnr, Maria Chiara Carrozza.

“Osservatori delle rete ICOS come quello di Lampedusa sono fondamentali sia per comprendere come le attività antropiche stiano influenzando negativamente il clima che per calibrare le politiche di contenimento degli effetti del cambiamento climatico”, afferma il Presidente ENEA Gilberto Dialuce. “L’Osservatorio Climatico ENEA di Lampedusa - aggiunge - svolge un ruolo primario nel progetto in quanto è l'unico della rete europea di ICOS a comprendere misure nei tre domini coinvolti nel ciclo del carbonio, vale a dire mare, terra e atmosfera. Le misure atmosferiche che effettuiamo da oltre trent’anni hanno permesso di stabilire che l’ultimo decennio è stato caratterizzato da un tasso di crescita annuale di CO2 ancora maggiore rispetto ai due decenni precedenti. Inoltre, abbiamo rilevato che il metano sta crescendo sempre più rapidamente e questo preoccupa perché il suo potenziale di riscaldamento è superiore rispetto a quello della CO2”, conclude Dialuce.

L’Infrastruttura di ricerca europea ICOS è una rete osservativa distribuita in 16 Paesi, finalizzata a effettuare misure ad alta accuratezza dell’evoluzione della concentrazione dei gas ad effetto serra e dei loro flussi tra atmosfera, oceano e vegetazione. A livello europeo sono più di 500 gli scienziati coinvolti nelle operazioni di monitoraggio dell’ambiente e manutenzione delle diverse stazioni. La rete italiana si compone attualmente di 19 stazioni che raccolgono misurazioni e dati necessari per comprendere quanto le attività dell’uomo stiano influenzando il clima. Le informazioni elaborate dagli strumenti sono inoltre fondamentali per indirizzare le politiche di mitigazione dei cambiamenti climatici presenti e future.

Nell’ambito dell’infrastruttura si inquadra il progetto “Pro-Icos_Med”, giunto a conclusione, che ha coinvolto il Cnr in qualità di coordinatore, ENEA e Crea. Il progetto ha portato al potenziamento della rete di osservatori ICOS nelle tre componenti osservative - atmosfera, ecosistema terreste e mare - con particolare riferimento al potenziamento degli osservatori nel Sud d’Italia.


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