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Sviluppo e coesione, Meloni sigla accordo governo-Regione Lombardia

Oltre 700 milioni per interventi attraverso Fsc. Tre macroaree: università, infrastrutture e rigenerazione urbana

Economia
Sviluppo e coesione, Meloni sigla accordo governo-Regione Lombardia
(Teleborsa) - La presidente del Consiglio Giorgia Meloni in visita oggi al polo fieristico di Rho-Pero, ha siglato l'Accordo per lo Sviluppo e la coesione tra il governo italiano e la Regione Lombardia, lo strumento che prevede l'assegnazione di oltre 700 milioni di euro per finanziare interventi da realizzare attraverso il Fondo sviluppo e coesione (Fsc) 2021-2027. Ad accogliere la premier, tra gli altri, il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, il presidente della Fondazione Fiera Enrico Pezzali, il presidente di Confindustria Carlo Bonomi e la senatrice di Forza Italia Licia Ronzulli. Meloni è arrivata accompagnata da Raffaele Fitto, ministro per gli Affari Europei, il Sud, le Politiche di Coesione e il Pnrr.



"Con l'accordo di oggi investiamo sulla Lombardia complessivamente 1,2 miliardi, ma se aggiungiamo le quote di cofinanziamento locale, regionale, nazionale e la capacità di attrarre investimenti privati la somma totale supera 1,86 miliardi, quasi 2 miliardi investiti, concentrati su alcune priorità. Sono risorse che non disperdiamo in mille rivoli ma che cerchiamo di concentrare su grandi iniziative" ha detto Meloni intervenendo a Milano alla cerimonia di firma dell'Accordo per lo sviluppo e la coesione tra il Governo e la Regione Lombardia. La premier ha ricordato che "questo è il quinto accordo con una regione italiana ma insieme a quello con il Lazio è quello più significativo sul piano finanziario". Gli accordi di coesione, ha sottolineato, sono "il risultato di un lavoro di riorganizzazione dei fondi di coesione, fondi strutturali che servono a combattere le disparità tra i territori. Spesso era accaduto in passato, non con la Lombardia, che non venissero utilizzati nella loro totalità. Il paradosso è che diciamo che ci mancano risorse ma spesso le risorse ci sono ma non vengono spese nei tempi o adeguatamente. Il governo ha fatto un punto con tutte le Regioni sull'attuazione della precedente programmazione e sulla priorità della nuova programmazione. All'esito del lavoro abbiamo varato il decreto Sud in cui riorganizziamo i fondi di coesione. Le priorità sono proposte dalle Regioni ma devono essere condivise dal governo, non per limitare l'autonomia ma perché – ha concluso – possano far parte di un'unica grande strategia".

"È un accordo molto importante. Ringrazio la presidente del Consiglio, il ministro Fitto e le rispettive squadre. Abbiamo collaborato in modo assolutamente corretto per realizzare questo accordo che comporta risorse per 1 miliardo e 200 milioni, di cui 710 milioni per i nuovi interventi, e 315 milioni si riferiscono a co-finanziamenti di iniziative già previste nel nostro piano regionale e, infine, 185 milioni per l'acquisto di nuovi treni – ha detto Fontana –. Siamo riusciti tempestivamente a raggiungere un accordo che ci permette di sfruttare nel modo migliore tutte le fonti di finanziamento, quelle europee, quelle statali e quelle regionali. Credo anche di poter dire che in questi 7 anni, come sempre, la Regione Lombardia riuscirà a spendere nel rispetto del crono programma le risorse che ci vengono assegnate". Si tratta, ha aggiunto, di risorse che "vanno nella direzione di tre grandi macroaree: università, infrastrutture e rigenerazione urbana. Sono i tre ambiti che ci consentiranno di rendere ancora più accattivante la Lombardia".

Tra i temi affrontati dalla presidente del Consiglio anche il Pnrr e la Via della Seta. "Presidente Bonomi, quando abbiamo approvato la manovra giustamente qualcuno ha detto che c'era attenzione ai salari ma non c'era la necessaria attenzione alle imprese: non c'era perché stavamo facendo il lavoro di revisione del Pnrr che ha prodotto 12 miliardi per sostenere il sistema produttivo" ha detto Meloni durante il suo intervento rivolgendosi al presidente di Confindustria. "Io penso che con la Cina – ha poi sottolineato la presidente del Consiglio in un punto stampa a margine della visita alla Fiera di Milano –s i debbano e si possano mantenere rapporti di assoluta cooperazione commerciale ed economica, anzi migliorarli, ma lo strumento della Via della Seta non ha dato i risultati attesi . Il leader M5s Giuseppe Conte difende quell'intesa perché l'aveva sottoscritta, ma ci dovrebbe spiegare la ragione per la quale noi siamo l'unica nazione che ha aderito alla Via della Seta ma non quella che ha gli interscambi maggiori con la Cina, anche nelle economie europee. Io ho sempre detto cosa ne pensavo, ma capisco che altri rivendichino quello che avevano fatto, lo trovo normale".


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