Facebook Pixel
Milano 17:35
34.815,91 +0,46%
Nasdaq 22:00
18.198,61 +0,21%
Dow Jones 22:02
39.431,51 -0,21%
Londra 17:35
8.414,99 -0,22%
Francoforte 17:35
18.742,22 -0,16%

"Rivoluzione" mobilità, ASPI: rete protagonista della transizione ecologica

Approccio trasversale e sinergico per affrontare le sfide

Economia, Trasporti
"Rivoluzione" mobilità, ASPI: rete protagonista della transizione ecologica
(Teleborsa) - Traguardo importante nel 2024 per la rete autostradale italiana che compie un secolo di vita. Cento anni di continuo sviluppo economico del Paese, di cui l’infrastruttura autostradale è stata motore e fattore abilitante, ricoprendo, allora come oggi, un ruolo strategico e insostituibile per la mobilità delle merci e delle persone. Oggi siamo entrati in una nuova “rivoluzione” della mobilità, una trasformazione che, partendo dalla consapevolezza della strategicità della rete stradale e autostradale per il nostro sistema economico, la renda protagonista della transizione ecologica, adeguata ai bisogni attuali del Paese e sempre più sicura.

Questi i temi al centro dell’incontro che si è svolto oggi pomeriggio a Roma presso il Chiostro del Bramante, a cui hanno partecipato il Vice Presidente del Consiglio dei Ministri e Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini, il Capo Dipartimento Energia del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Federico Boschi, l’Head of Sustainable B2B Coordination- Energy Evolution Eni Maurizio Maugeri, il Direttore del Dipartimento di Meccanica del Politecnico di Milano Marco Belloli, il Professore Ordinario Infrastrutture e Sistema di Trasporto Ennio Cascetta e l’Amministratore delegato di Autostrade per l’Italia Roberto Tomasi per presentare "La rivoluzione della mobilità sostenibile parte dalle autostrade. Sicure, digitali, decarbonizzate", progetto di ricerca che ha messo insieme esperti del mondo accademico, della ricerca e primari operatori del settore per un contributo aperto e dinamico a un tema di grande rilevanza e attualità. Edito dal Sole 24 Ore, è infatti realizzato in collaborazione con Politecnico di Milano, Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli, Università degli Studi di Napoli Federico II, CNR Stems, Autostrade per l’Italia, Cdp, Enea, Eni, RSE – Ricerca Sistema Energetico e Snam.

Il parco auto italiano è rappresentato da circa 40 milioni di veicoli. Oggi circa il 30% degli spostamenti quotidiani di merci e persone avviene in autostrada, che rappresenta soltanto il 3% dell’intera rete stradale nazionale. Numeri che confermano da un lato la strategicità della rete autostradale per il tessuto economico del Paese, dall’altro l’esigenza di una riflessione generale sulla modernizzazione e rigenerazione della rete, per allungarne la vita utile e la sua capacità di resistere allo stress a cui viene sottoposta quotidianamente. Un patrimonio complesso senza eguali nel panorama europeo, fatto di 6.000 km di autostrade a pedaggio gestiti da più concessionari, oltre 1.200 km di ponti e viadotti, 500 km di gallerie, con una vita media tra i 50 e i 70 anni. Una rete soggetta a un costante incremento di traffico, in alcune tratte prossimo al livello di saturazione. Un patrimonio che necessita quindi di un investimento in ammodernamento e potenziamento stimabile tra i 60 e i 120 miliardi.

Solo nel 2019 il settore dei trasporti, in Italia, ha contribuito per circa il 27% delle emissioni totali e di queste, oltre l’80% è attribuibile al solo trasporto stradale; un dato che - visto il target fissato nel programma Fit for 55 dell’Unione Europea per il nostro Paese che impone una riduzione delle emissioni di CO2 del 43% - conferma l’inderogabilità di rendere sostenibile il trasporto su gomma.

"Abbiamo bisogno di ammodernare una infrastruttura che ha raggiunto per circa il 70% più di 60 anni di vita media, occorre potenziare alcuni assi fondamentali per il Paese, ma abbiamo bisogno di renderla quanto più sostenibile: teniamo conto che circa il 90 per cento di tutti gli spostamenti avviene su gomma, la vera sfida al 2030 è ridurre l'impronta carbonica di tutto il trasporto del 50%, va da sè che se non intervengo sul 90 per cento non c'è alcuna possibilità di raggiungere quell'obiettivo", sottolinea l’Amministratore delegato di Autostrade per l’Italia Roberto Tomasi.




"Non bisogna avere approcci ideologici, occorre un ampio approccio di vedute, questo vuol dire che anzichè dedicarsi totalmente ad un'unica soluzione , che è poi l'elettrico molto valida nell'ambito del trasporto leggero, occorre valutare altre ipotesi per i cosiddetti settori hard to abate, ossia trasporto pesante, settore marino e settore aviazione, come i vettori energetici biogenica ai quali guardiamo con grande interessi. ENI guarda sia a soluzioni di breve medio termine. come i biocarburanti, ma anche a soluzioni di lungo termine come idrogeno, metanolo e, specie nel business aviazione, agli e - fuel, ancora a livello prototipale ma che la normativa ci impone di considerare, dopo il 2030 verso il 2050", sottolinea Maurizio Maugeri, Head of Sustainable B2B di Eni.





Condividi
```