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Private equity, Gervasoni (AIFI): nel 2023 mercato molto domestico, sono mancati i big deal

Finanza
Private equity, Gervasoni (AIFI): nel 2023 mercato molto domestico, sono mancati i big deal
(Teleborsa) - Nel 2023 il mercato italiano del private equity e venture capital "è stato un mercato molto domestico", se si considera che l'83% della raccolta è stata domestica e il 17% è stata estera, mentre "gli anni scorsi avevamo più raccolta internazionale, quindi effettivamente i player non hanno fatto un fundraising internazionale". Lo ha affermato Anna Gervasoni, direttrice generale di AIFI (Associazione Italiana del Private Equity, Venture Capital e Private Debt) durante la presentazione dei dati annuali del mercato italiano del private equity e venture capital (in collaborazione con PwC Italia). Nel 2022 c'era stato un 55% di raccolta domestica e 45% di raccolta estera.

A livello di fonti, il 21% della raccolta deriva da fondi pensione e casse di previdenza (522 milioni di euro), seguiti dalle banche (13%, 332 milioni) e dai fondi di fondi privati (11%, 270 milioni). "Le assicurazioni rappresentano davvero pochissime briciole, con 90 milioni di euro e il 3,6%, troppo poco", ha detto Gervasoni.

Nel 2023 l'ammontare investito dagli operatori di private equity e venture capital è stato pari a 8.162 milioni di euro, in calo del 66% rispetto all'anno precedente. Il 2022 era stato caratterizzato dal livello più alto mai registrato nel mercato italiano (23.659 milioni), trainato da alcune operazioni di dimensioni particolarmente significative realizzate sia nel segmento dei buy out sia in quello delle infrastrutture.

"L'investito è stato effettivamente molto basso e ci ha fatto tornare indietro ai valori 2029-2020 - ha affermato l'esperta - con un -66% su anno che è davvero una riduzione pesantissima". Guardando ai vari segmenti, "il venture capitale si è contratto parecchio del 35% per assenza di big deal e la pausa di CDP Venture nel suo cambio di piano. L'Expansion ha invece raddoppiato, con tanti operatori che hanno creduto nel capitale per lo sviluppo, un segnale positivo. Dimezzati i buy out e sostanziale assenza di investimenti significativi nel capo delle infrastrutture".

"In Italia sono mancati i big deal", ha detto Gervasoni, spiegando che nel 2023 ci sono stati 10 large e mega deal contro i 24 dell'anno prima. "Non sono mancati gli investimenti dei soggetti internazionali, con il peso che si mantiene sopra il 60% - ha spiegato - Sono mancati i grandi deal e infatti si vede che hanno fatto mid deal, investendo 5,2 miliardi di euro sul nostro mercato, un terzo rispetto all'anno prima". Sono stati 543 gli investimenti realizzati da soggetti domestici, il 72% del totale.

"È stato ancor più difficile disinvestire, con cali del 61% nell'ammontare e del 15% in numero", ha detto la direttrice generale di AIFI. La vendita a soggetti industriali è stata la prima tipologia di exit per numero (37%), vendita ad un altro operatore di PE prima tipologia per ammontare (45%).
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