(Teleborsa) -
Continua a crescere il debito pubblico italiano che ha sfondato anche il tetto dei 2mila e 900 miliardi di euro, per effetto dell'
aumento del fabbisogno delle amministrazioni pubbliche. Lo rileva l'ultimo rapporto della
Banca d'Italia su "Finanza pubblica: fabbisogno e debito".
Nel mese di aprile,
il debito pubblico è aumentato di 11,5 miliardi rispetto al mese precedente, attestandosi su un nuovo record storico di
2.905,7 miliardi di euro. La vita media residua del debito è stabile a 7,8 anni.
Il
fabbisogno delle amministrazioni pubbliche, pari a a 17 miliardi euro, ha più che compensato la riduzione delle disponibilità liquide del Tesoro (-6,5 mld a 32,1 miliardi). L'effetto degli scarti e dei premi all'emissione e al rimborso - spiega l'Istituto di Via Nazionale - della rivalutazione dei titoli indicizzati all'inflazione e della variazione dei tassi di cambio ha aumentato il debito di 1 miliardo.
In riferimento alla
ripartizione per sotto-settori, l'intero aumento del debito è da attribuire alle
amministrazioni centrali (+11,4 mld a 2.840,9 miliardi), mentre il debito quello delle amministrazioni locali (84 miliardi) e quello degli Enti di previdenza è rimasto sostanzialmente stabile.
Ad aprile, la
quota del debito detenuta dalla Banca d'Italia è leggermente
diminuita al 23,5% dal 23,7% del mese precedente, mentre la parte detenuta dai
non residenti e dagli
altri residenti (principalmente famiglie e imprese) si sono collocate rispettivamente
al 28,7% (da 28,3%)
e al 14,1% (da 13,6%) a fine marzo (ultimo dato disponibile).
Le
entrate tributarie a fine aprile sono state pari a
40,6 miliardi, in aumento di 1,9 miliardi (+5%) rispetto allo stesso mese del 2023.
Nei primi quattro mesi dell'anno, le entrate tributarie sono state pari a
163,5 miliardi, in aumento di 10,8 miliardi (+7,1%) rispetto al corrispondente periodo dell'anno precedente.