(Teleborsa) -
L'intelligenza artificiale generativa sta rapidamente contribuendo a trasformare il mondo della progettazione, grazie a strumenti che da input testuali e “discorsivi” (i cosiddetti “Prompt”) sono in grado di creare delle immagini o addirittura render o planimetrie, in grado di illustrare perfettamente un’idea di progetto. Questi strumenti offrono nuove opportunità e sfide per i professionisti del mondo del design e dell’architettura, ed ovviamente il mondo dell’architettura del paesaggio non fa eccezione.
L’ultima edizione MyPlant & Garden, che si è svolta dal 19 al 21 febbraio scorso, è stata un’occasione per fare il punto anche su questi temi insieme ad alcuni esperti del settore. In particolare
Simone Riva, titolare di Riva Simone Factory Design Studio, ha illustrato come l'IA stia accelerando sia la fase creativa che quella tecnica del processo di progettazione: "tutta quella che è la tecnologia che consente la generazione di immagini consente di accelerare tutta quella che è la parte creativa; l'IA consente di generare immagini e prototipi in modo rapido ed efficiente, offrendo ai progettisti un'ampia gamma di opzioni creative”.
Tuttavia, Riva sottolinea
che il ruolo del progettista rimane fondamentale: "È logico che il progettista ha un'alta valenza dal punto di vista culturale e tecnico pratico, perché può imprimere in ogni caso il proprio gusto e la propria sensibilità per rendere questa fase ‘creatività accelerata’ sicuramente molto evoluta". L'IA è quindi uno strumento potente, ma è il progettista che deve guidare il processo creativo e prendere le decisioni finali.
La fase in cui l’AI generativa può essere più utile è quindi quella del
"brainstorming": "quando all'interno di un'azienda si uniscono più menti e si siedono attorno a un tavolo, dove ognuno interviene per competenza, l’AI può essere utilissima per accelerare tutte quelle che sono le analisi dei progetti e delle problematiche pregresse", spiega Riva.
Inoltre, l'IA può semplificare le attività tecniche.
"La parte tecnica per ora è coperta da un 20-25% su questo processo, però si sta sviluppando in modo esponenziale, per cui ci sono molte società che stannocominciando a fare proprio il lavoro contrario: si utilizza quindi l'AI per l'analisi tecnica, per poi lasciare piena libertà al progettista, che grazie all’AI potrà adattare le proprie idee in modo quasi automatico alle necessità tecniche", afferma Riva.
Questa “rivoluzione” operativa e prestazionale non porterà però, secondo Riva, alla perdita di posti di lavoro: "Non stiamo parlando di sostituzioni di figure professionali, stiamo semplicemente parlando di redditività, cioè la prestazione che il professionista con uno strumento più avanzato ha nel risolvere dei problemi".
L'IA può automatizzare compiti ripetitivi e banali, consentendo ai designer di concentrarsi su attività più creative e strategiche. "Da punto di vista invece tecnico si considera che il
23-25% di quella che è l'attività giornaliera potrà essere ridotta per lavorazioni di tipo banale, dalla parte redazionale come la risposta alle mail, alla parte invece tecnica come possono essere gli interventi tecnici molto basilari. Questo darà la possibilità agli architetti di investire più tempo nell’aggiornamento oppure alla partecipazione ad eventi di settore", spiega Riva.
L'IA è destinata a svolgere un ruolo sempre più importante nel settore della progettazione del paesaggio e del verde,
ed i professionisti che sapranno sfruttare al meglio le potenzialità di questa tecnologia avranno un vantaggio competitivo significativo.