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La crisi petrolifera

Materie prime, Cina, tassi, Europa, le paure e la realtà

Come si vede da questi esempi, le brusche e pesanti cadute del petrolio non hanno mai preceduto lunghe e terribili recessioni o rovinosi bear market azionari, bensì il loro contrario. A partire dal 1973, del resto, crisi petrolifera ha sempre designato uno scenario di energia improvvisamente scarsa e costosa.

Solo nel mondo rovesciato di oggi, quello che si augura più inflazione e si accontenta di tassi d'interesse negativi, si vive con ansia e preoccupazione, quasi fosse una nuova crisi petrolifera, la straordinaria abbondanza di energia a buon mercato, fossile e non.

Impianto solare nel deserto del Mojave, CaliforniaÈ bene ricordare, nella confusione delle idee che sembra prevalere, che la caduta del greggio è effetto di un eccesso di offerta e non di una scarsità di domanda. La domanda, è vero, non cresce molto, ma questo è l'effetto della maggiore efficienza con cui consumiamo energia e del crescente uso delle rinnovabili, due fattori da considerare positivi. I paesi produttori, duramente colpiti, fanno la cosa giusta e svalutano la loro moneta.

Si fermerà l'eccesso di offerta di petrolio? Certo, ma non subito. I progetti avviati negli anni scorsi e già in larga misura spesati vengono mantenuti e portati a termine, immettendo così altro greggio sul mercato. Gli investimenti ancora sulla carta vengono invece cancellati uno dopo l'altro. Per ancora un anno avremo dunque un eccesso di offerta, poi le cose si normalizzeranno e il prezzo si riprenderà, anche se resterà a lungo a livelli depressi.
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